Bimbo di 10 anni morto di Covid, il padre: «Non siamo no vax, non era vaccinato perché prendeva medicine»

Bimbo di 10 anni morto di Covid, il padre: «Non siamo no vax, non era vaccinato perché prendeva medicine»
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Mercoledì 26 Gennaio 2022, 08:59 - Ultimo aggiornamento: 09:04

«Non siamo una famiglia di no vax, anzi: appena abbiamo potuto abbiamo fatto tutti il vaccino, noi e gli altri nostri due figli». Lo dice al Corriere della Sera il padre del bambino di dieci anni morto per Covid all'ospedale infantile Regina Margherita di Torino. «Il piccolo era in forse perché il vaccino non era ancora obbligatorio, lui prendeva delle medicine e così non era ancora stato vaccinato - aggiunge l'uomo -. Poteva prendere il Covid come tanti altri e superarlo. Invece, è andata così...». 

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Il piccolo era ricoverato in condizioni già molto gravi nella terapia intensiva dell'ospedale Mondovì al Regina Margherita di Torino.

Secondo fonti sanitarie, il bambino non aveva comorbidità importanti. Il bimbo era giunto nella struttura ospedaliera con ipotermia, rabdomiolisi, dolori muscolari importantissimi agli arti inferiori e sospetta miocardite innescati dal virus.

«Il piccolo non soffriva di patologie e non era vaccinato»

Era iniziato fin da subito il trattamento specifico contro il Covid fino ad arrivare alla dialisi. Purtroppo tutti i tentativi si sono rivelati inutili. Il giovane paziente non era vaccinato per recenti precauzioni di salute (non gravi) in una famiglia di vaccinati. La Direzione Aziendale della Città della Salute, di cui l'ospedale fa parte, «si stringe alla famiglia in questo momento di profondo dolore».

«Il paziente non soffriva di patologie e non era vaccinato, anche se la sua è una famiglia di vaccinati», precisa in una video intervista all'ANSA Franca Fagioli, direttrice del Dipartimento di Patologia e Cura del Bambino del Regina Margherita. «A seguito di febbre, nausea, vomito e dolori muscolari è stato ricoverato a Mondovì» e poi a Torino, «dove sono state messe in atto le terapie per contrastare la rabdomiolisi», una necrosi massiva del tessuto muscolare che è tra i danni che può provocare il virus. «Purtroppo non c'è stato nulla da fare», aggiunge la professoressa Fagioli, secondo cui «in questa quarta ondata è cambiato il paradigma e per i più piccoli sono aumentate le possibilità di ammalarsi e di avere quindi conseguenze gravi».

Il bambino, precisa Alessandra Conio, responsabile della Rianimazione pediatrica dell'ospedale Regina Margherita, «non aveva patologie pregresse che lo rendessero un paziente più fragile degli altri. Pensiamo che l'infezione virale abbia scatenato una risposta infiammatoria molto grave, soprattutto sulla parte muscolare. Quando è arrivato da noi era già in stato di choc». Secondo la dottoressa Conio si tratta comunque di un caso raro «diverso da quelli che vediamo di solito. Sui bambini il Covid dà problemi di tipo respiratorio e, come conseguenza, può portare a problemi di miocardite. In questo caso si è verificata quella che si chiama rabdomiolisi, una distruzione massiva del tessuto muscolare».

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