Covid, Enoteca Pinchiorri: all'asta un pezzo della sua leggendaria cantina per limitare i danni del virus

Covid, Enoteca Pinchiorri: all'asta un pezzo della sua leggendaria cantina per limitare i danni del virus
di Carlo Ottaviano
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Martedì 25 Agosto 2020, 08:37 - Ultimo aggiornamento: 10:20
Se una bottiglia a cena vi basta, forse ve la cavate con appena 4.216 euro (e 86 centesimi, a voler essere puntigliosi, stando al cambio euro-sterlina di ieri) per un Barolo Monfortino Riserva Giacomo Conterno 1978. Se poi volete fare ancora più bella figura, due magnum di Vosne Romanee Cros Parantoux Reserve Henri Jayer 1999 della Borgogna le portate a casa con poco meno di 100 mila euro.

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Vini all'asta


Due clamorosi esempi dei vini da collezione che saranno battuti il 12 settembre a Londra dalla più importante (al mondo) casa d'aste di vini, l'americana Zachy's. Don Zacharia, che ha fondato l'azienda nel 1994 a New York, per sbarcare in Europa ha scelto la cantina universalmente riconosciuta come la più fornita: l'Enoteca Pinchiorri, ristorante Tre stelle Michelin di Annie Feolde e Giorgio Pinchiorri, a due passi dal Ponte Vecchio di Firenze, dove per un coperto si spendono due-trecento euro, senza appunto calcolare il vino. Significativo il nome dato all'asta: Enoteca Pinchiorri: The Legendary Cellar. «Pinchiorri è l'autore di una cantina immensa, leggendaria, inimitabile», sosteneva già 20 anni fa Luigi Veronelli.

«Giorgio Pinchiorri spiega Alessandro Regoli di Winenews che ieri ha rilanciato la notizia - ha costruito in più di mezzo secolo una cantina dove dimorano oltre 60.000 bottiglie dei più grandi territori del vino, tra vecchie annate e griffe preziosissime. Non esiste nulla di analogo, pur volendo viaggiare in tutti e cinque i continenti». Il valore a base d'asta delle 2.500 bottiglie (cioè una minima parte dell'intera collezione) che saranno battute a Londra (e poi sdoganate a Rotterdam) sfiora 2 milioni di euro. «E' impossibile afferma Alessandro Tomberli, direttore dell'Enoteca indicare un valore complessivo della cantina. Dipende da tanti fattori. Oggi, per esempio, ci sono cinesi e russi che prima non compravano vini di questo livello».

Il vino da collezione è del resto un investimento sicuro. In 10 anni ha calcolato la Knight Frank Luxury Investment solo le auto d'epoca si sono rivalutate di più: del 334% contro il 192% del vino e lo scarso 70% di orologi e diamanti. L'asta dei vini Pinchiorri è destinata a fare storia anche per le Langhe e la Toscana. Tra i lotti, sei bottiglie di Barbaresco Sori San Lorenzo Gaja 2015 (1.500 euro circa), due magnum di Barolo Artist Label Bartolo Mascarello 1990 (2.500); i grandi Super Tuscan, come le 12 bottiglie di Solaia 2015 (3.200), la jeroboam (3 litri) di Tignanello 1978 (2 mila). La base d'asta di una bottiglia da 15 litri di Masseto 2014 è 10 mila euro. «Dalle leggende alle annate audaci e sottili, portare a casa una bottiglia di questa collezione significa acquistare un pezzo di storia mondiale del vino», dice Don Zacharia.

LE ECCELLENZE
Ecco così due bottiglie di Romanée-Conti Domaine 1990 a 30 mila euro come una singola magnum di Musigny Georges Roumier 1990. Più a buon mercato le due magnum di Champagne Krug Clos du Mesnil 1996 a 9 mila euro. Per il 77enne Giorgio Pinchiorri una gran bella soddisfazione dopo un anno difficile per la denuncia per stalking di una giovane ex dipendente moldava e le difficoltà legate al virus.

«Ma la crisi Covid afferma Tomberli non ha influito su di noi. Zachy's ci aveva chiamato prima dell'esplosione della pandemia. Certo, in questo momento è anche utile, ma per noi è una ulteriore vetrina delle straordinarie eccellenze che abbiamo».
 
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