Covid, quanto ci si può contagiare sull'autobus o sul treno? Ecco cosa dicono gli esperti

Covid, quanto ci si può contagiare sull'autobus o sul treno? Ecco cosa dicono gli esperti
di Valentina Arcovio
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Mercoledì 7 Aprile 2021, 08:25 - Ultimo aggiornamento: 11:00

Se il virus Sars-CoV-2 viaggia in treno e sugli autobus è perché a usare i mezzi pubblici sono persone positive a Covid-19. È di questo che dovremmo spaventarci più che dell'obliteratrice o delle sedute potenzialmente infette. I controlli dei Nas hanno accertato che sui mezzi pubblici il virus c'è, perché a bordo ci sono passeggeri positivi e perché viene rilevato sulle superfici dei veicoli. Bisogna dunque avere paura di salire su un bus? Dipende. «Le probabilità di essere contagiati su un autobus vuoto con contaminazione dei materiali sono per fortuna molto basse», dice l'ex numero uno dell'Ema, Guido Rasi, oggi direttore scientifico di Consulcesi, nel corso della web conference “Covid-19: tra vaccini e varianti” che si è tenuta ieri. «Il virus resiste molto poco nell'ambiente: una volta che si attacca e si ristacca da un materiale è difficile che sia contagioso», aggiunge. In effetti, al momento non c’è nessuna evidenza scientifica che colleghi un contagio ad una superficie contaminata. Anche se gli studi sull'argomento sono tantissimi.

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Da quando è scoppiata la pandemia, infatti, ci sono stati numerose ricerche che hanno mostrato che Sars-CoV-2 può resistere a lungo su determinate superfici.

Può resistere qualche ora o 10. Tracce se ne possono trovare dopo un giorno o addirittura dopo quasi un mese. Alcuni esperimenti, ad esempio, indicano che il virus può sopravvivere 5 giorni su oggetti di metallo e plastica, come le maniglie, i pulsanti per prenotare la fermata sui mezzi; così come su vetro, come quello dei finestrini. Ci sono stati studi che addirittura hanno dimostrato che, a determinate temperature e a condizioni climatiche stabili, senza alcun intervento esterno, il virus può addirittura sopravvivere 28 giorni. Ma queste misure fanno riferimento ad ambienti super-controllati come i laboratori. Non quindi alla vita vera, quella fatta di spostamenti da lavoro a casa sui mezzi di trasporto. L’ambiente reale in cui viviamo, infatti, risulta essere decisamente più inadatto per il coronavirus, rendendo di fatto improbabile il contagio da una superficie contaminata. Non solo. Studi condotti negli ospedali e sulle superfici in prossimità dei pazienti con Covid-19 non hanno trovato tracce di virus attivo e quindi infettante, ma solo RNA virale, cioè innocui frammenti del virus che permangono dopo la sua morte. «I test attualmente utilizzati per rilevare il virus - spiega Graziano Pesole, docente ordinario di Biologia Molecolare presso l’Università di Bari e ricercatore associato presso l’Istituto di biomembrane, bioenergetica e biotecnologie molecolari del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr-Ibiom) - verificano la presenza di RNA virale, vivo, morto, danneggiato o integro che sia. Questo implica che un tampone positivo riscontrerà semplicemente le tracce di RNA, indipendentemente dalla contagiosità o dalla vitalità del campione, per cui questo non basta a ritenere rischiosa una superficie».

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Il discorso cambia se si viaggia in treno o in autobus con persone positive. «Il rischio è molto alto se c'è qualcuno che tossisce o che parla ad alta voce», dice Rasi. «È lo spray che al momento si forma più che quello che si deposita a destare preoccupazione», aggiunge. Conferma Pesole: «Se qualcuno ha appena starnutito o tossito sul sedile il rischio di contrarre una malattia esiste, per via delle goccioline che ancora si trovano nell’aria». Quindi quando ci sono altre persone sull'autobus bisogna essere molto attenti. «Per prima cosa bisogna assicurarsi di indossare bene la mascherina che deve essere chiusa sul naso: nella maggior parte dei casi il virus viene emesso dalla bocca e inalato dal naso», dice Rasi. Ideale sarebbe mantenere le distanza. «Ma questo dipende dall'organizzazione dei trasporti», precisa il direttore scientifico di Consulcesi. Oltre alla mascherina è bene igienizzarsi spesso le mani, facendo attenzione a non toccarsi gli occhi, la bocca e il naso. «Compatibilmente con la stagione, inoltre, sarebbe sicuramente utile - dice Pesole - far areare l’abitacolo e le sedute, e sarebbe sicuramente efficace anche sanificare il mezzo a ogni corsa». E anche su questo ci sono studi contrastanti che mettono in dubbio l'utilità della frequente disinfezione. Secondo alcuni scienziati americani, è importante pulire e disinfettare mezzi di trasporto, ma non ci sarebbero evidenze sufficienti le quali dimostrano che farlo ripetutamente sia una misura essenziale per contenere il contagio. Di certo ci sono le “classiche” misure di prevenzione. Ribadiamole: lavarci le mani, mantenere le distanze e usare le mascherine.

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