Le decisioni di merito, sempre più numerose, i moniti al legislatore, l'ingresso della società civile nel contraddittorio costituzionale, le udienze da remoto, le tante iniziative che hanno consentito ai cittadini di entrare nel palazzo. Nonostante le difficoltà dovute alla pandemia, la Corte Costituzionale non si è mai fermata, anzi, in questo anno "diverso", ha ridotto l'arretrato, rafforzato il piano della comunicazione, ,sbarcando anche su Twitter, si è raccontata attraverso le domande degli intellettuali che, in un ciclo di podcast, hanno conversato a distanza con i giudici. La narrazione degli ultimi dodici mesi, per la prima volta, è raccolta ora in un annuario, con codici QR che consentono anche di scaricare le sentenze più importanti. Una pubblicazione, disponibile anche sul sito, che ripercorre il 2020 della Consulta, compendiando, in modo moderno, immediato e accsessibile il lavoro svolto, che sarà illustrato nella relazione del presidente, Giancarlo Coraggio, il prossimo 13 maggio.
Ergastolo ostativo incompatibile con la Costituzione ma occorre un intervento legislativo.
Un anno di tempo al Parlamento.https://t.co/nJSNWO7Ojp#Comunicato #Ergastolo #Ostativo #Cortecostituzionale #Costituzione pic.twitter.com/fqfRDR2u5G— Corte Costituzionale (@CorteCost) April 15, 2021
IL PRESIDENTE
In un'intervista pubblicata sull'annuario, Coraggio affronta le due principali tendenze, che hanno segnato la nuova linea della Corte: la riduzione delle pronunce di inammissibilità, che per il presidente «costituiscono una sconfitta per la giustizia», e i reiterati motiti al legislatore, perché intervenga su questioni urgenti e indifferibili. Nel 2020 è accaduto 25 volte, ma nella maggior parte dei casi i richiami sono rimasti inevasi, come sottolinea Coraggio. «Nel tempo - spiega - la modifica del contesto in cui la giustizia costituzionale si è trovata ad operare, l'emergere con forza di nuovi diritti fondamentali privi di tutela e l'esigenza sempre più avvertita di garantirli hanno reso indispensabile e doveroso l'intervento della Corte, anche quando esso presuppone esercizio della discrezionalità.
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I NUMERI
Nonostante la pandemia, nel 2020, le decisioni della Corte sono state 281. La Consulta ha cominciato l'anno con 341 giudizi pendenti, ai quali, durante il 2020, se ne sono aggiunti 332. Le questioni definite sono però state 342, con un saldo finale di 304 giudizi pendenti, dunque un -3,2 per cento rispetto al 2019. Anche i tempi di trattazione delle questioni sono diminuiti. Svariati gli ambiti di intervento: dalla legge "spazzacorrotti", alla omogenitorialità, dalla previdenza alla sicurezza, fino al conflitto Stato-regioni. Da registrare, nei giudizi incidentali, una lieve flessione delle incostituzionalità: erano 58 nel 2019, nel 2020 sono state 48.
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