Coronavirus, a Vo' otto cinesi in ospedale, dilaga il contagio: indagini su un loro laboratorio

Coronavirus, a Vo' otto cinesi in ospedale, dilaga il contagio: indagini su un loro laboratorio
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Sabato 22 Febbraio 2020, 15:17 - Ultimo aggiornamento: 19:11

Come un coprifuoco, in pieno giorno, al riparo da un nemico che non si vede: il virus. Vo' Euganeo, Comune di 3.500 anime ai piedi dei Colli Euganei, in provincia di Padova, è entrato ieri sera nel frullatore del Covid-19. E non sa quando ne uscirà. Venerdì notte lo choc per la morte a Schiavonia di Adriano Trevisan, ex imprenditore edile 78enne, prima vittima italiana. Ora i casi di infezione dilagano. A Vo' Euganeo ne sono stati censiti 10: 11, considerando Trevisan. L'altro caso in Veneto, che porta il conteggio a 12, è di un paziente di Mira (Venezia), portato in rianimazione a Padova.

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Adesso Vo' è blindato, anche se non vi sono transenne o posti di blocco a impedire l'accesso. Chiusi i negozi, tranne alimentari e farmacie, chiuse le scuole, interrotte le fermate dei mezzi pubblici. Il paese resta aperto al traffico, ma la Prefettura ha chiesto al Comune di predisporre un piano nel caso si fosse costretti a dire stop alla circolazione. L'ordinanza del Comune sul cordone sanitario - che ha replicato quella emessa dalla Regione, e le linee guida del Ministero della Salute - lascerà Vo' isolata dal resto per i prossimi 14 giorni. La gente ha l'ordine di uscire il meno possibile.

I due bar del paese, il Sole e il Mio, frequentati dai primi due contagiati sono stati chiusi già ieri sera. Il sindaco Giuliano Martini, farmacista, ha dormito due ore la scorsa notte. Il resto le ha passate a sentire tecnici, presiedere riunioni in municipio, confrontarsi con gli esperti. «Non avrei mai pensato di affrontare una situazione del genere», dice. Il tranquillo tran tran di un'amministrazione di provincia si è trasformato in due giorni in una bolgia di misure di sicurezza e prevenzione. «Cerchiamo di stare il più tranquilli possibile, altrimenti il panico prende il sopravvento» dice una residente, mentre fa una rapida uscita in piazza per comperare qualcosa. La paura però c'è: «ieri sera in automatico ci siamo già isolati tutti, prima ancora che venisse fatta l'ordinanza. È giusto così, bisogna essere responsabili» spiega un'altra abitante di Vo'.

«Troppo allarmismo non giova alla comunità - dice invece una terza donna - Se non ci sono sintomi o altri fattori di rischio non mi sento in pericolo andando a fare a spesa». Intanto si comincia a ipotizzare una pista per individuare il luogo del 'punto zerò del contagio nel paesino sui Colli. La lente, per ora, è puntata su un'attività imprenditoriale gestita da cittadini cinesi che potrebbero aver avuto contatti recenti con il paese d'origine. Alcuni di loro, spiega Martini, frequentavano occasionalmente due bar del paese, punto di ritrovo dei primi contagiati. Otto cittadini cinesi che gestiscono il laboratorio sono adesso in ospedale, per essere sottoposti ai test. Si tratta di sette uomini e una donna. Una ricerca non facile quella del focolaio iniziale a Vo' Euganeo. E anche dovesse essere trovato, sarà comunque troppo tardi.

 

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