Coronavirus, nel Lodigiano 35 pattuglie ai varchi della zona rossa. «Sembra la guerra». Ipotesi stop fisco e bolletta elettrica

Coronavirus, nel Lodigiano 35 pattuglie ai varchi della zona rossa. Sindaco Vo': «Dovremo sigillare il comune»
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Domenica 23 Febbraio 2020, 14:30 - Ultimo aggiornamento: 20:46

Un'altra giornata campale, come se ci fossa la «guerra», per gli abitanti della zona rossa del Lodigiano dove a metà pomeriggio sono scattate le misure straordinarie adottate dal Governo per contenere i contagi da Coronavirus e stendere una sorta di cintura di protezione attorno ai comuni interessati dal virus che oggi ha fatto registrare una terza vittima, una donna ricoverata in oncologia all'ospedale di Crema e risultata positiva. Nei dieci comuni interessati in Provincia di Lodi, ai confini con l'Emilia Romagna, in parecchi hanno preso d'assalto i pochi ipermercati aperti, in particolare a Casalpusterlengo che, dopo la visita di routine dei dipendenti, hanno aperto i battenti.

Cinquecento uomini a presidio dei 43 varchi, unica via per entrare ed uscire dalle aree focolaio, e la possibilità di utilizzare, se necessario, anche i Nuclei Nbcr dei Vigili del Fuoco. È scattato il piano con le «misure di contenimento» voluto dal governo per isolare il coronavirus negli 11 comuni di Lombardia e Veneto dai quali è partito il contagio. Un dispositivo che inevitabilmente, come ha ammesso lo stesso premier Conte più volte, richiederà «sacrifici» agli oltre 55mila cittadini che vivono nelle aree nelle 2 regioni, che subiranno «restrizioni personali» importanti. Le misure operative sono state individuate nel corso di una riunione al Viminale presieduta dal capo della Polizia Franco Gabrielli con i responsabili di tutte le Direzioni centrali del Dipartimento di Pubblica Sicurezza e, in collegamento, i prefetti di Lodi Marcello Cardona e di Padova Renato Franceschelli. La prima decisione è stata quella di inviare 500 uomini di tutte le forze di polizia e delle forze armate nelle zone del lodigiano e a Vò Euganeo, che si andranno ad aggiungere al personale già in servizio nelle due province. Si tratta di poliziotti, carabinieri, finanzieri e militari dell'Esercito che dovranno garantire 24 ore al giorno il presidio dei 35 varchi d'accesso ai 10 comuni del lodigiano (Codogno, Castiglione d'Adda, Casalpusterlengo, Fombio, Maleo, Somaglia, Bertonico, Terranova dei Passerini, Castelgerundo, e San Fiorano) e agli 8 posti all'ingresso di Vò Euguaneo. Da lì nessuno entra e nessuno esce. 


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Lunghe file di persone per via degli ingressi a scaglioni: 10 alla volta, per fare le scorte di cibo e acqua e di generi di prima necessità, alcuni dei quali già di mattina in via di esaurimento. «Sembra di essere in guerra - racconta un uomo che vive lì - Siamo fermi, i negozi e i locali sono chiusi, e solo i supermercati», i tre o quattro nei dintorni, «sono aperti qualche ora. Entriamo scaglionati, ma qui carne non ce n'è più e non sanno quando arriverà, perché tutto arriva da fuori». «Mio figlio andava a scuola con il ragazzo della Valtellina risultato positivo al coronavirus - ha aggiunto non negando di aspettarsi che tutta la classe venga sottoposta al tampone -. Sono preoccupato, non per me ma per i miei figli. La gente ha paura - ha proseguito -: sui cellulari si diffondono continue notizie di malati, vengono segnalati ogni 10 minuti. Adesso vediamo cosa faranno. Il 112 risponde ma fino ad un certo punto».


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«È dura. È dura non uscire di casa. È dura fare la spesa perché ci sono tutte queste file e perché la maggior parte dei supermercati sono chiusi. Siamo proprio blindati», ha raccontato una signora anche lei in coda con il marito per la spesa. «Noi abitiamo a Somaglia e qui ci sono due casi. Abbiamo paura perché sono persone che frequentano gli stessi bar dove va la maggior parte dei cittadini. Noi speriamo sempre che non ci siano nuovi casi, ma i casi aumentano e aumenta anche la paura». Comunque, fino a metà pomeriggio, nessun blocco ma solo presidi delle forze dell'ordine. Polizia di Stato, Carabinieri, Guardia di Finanza e Protezione Civile nelle piazzole o ai bordi delle strade. Infatti attorno alle 14.30 Francesco Passerini, sindaco di Codogno, ha spiegato che si era ancora in attesa della pubblicazione del decreto del Governo «annunciato 14 ore fa. Quel che è in vigore attualmente è la direttiva Speranza-Fontana, quindi solo pattuglie per strada».

 

 

Effettivamente si poteva girare tranquillamente nella zona come tranquillamente nel pomeriggio la gente stava per strada, all'aperto, alcuni a camminare tra i campi altri a fare jogging o semplicemente a prendere una boccata d'aria. Poi attorno alle 17 veri e propri posti di blocco: chi è entrato nella cintura di protezione non può più uscire e chi è uscito non può più entrare. È il cordone di sicurezza disposto da Roma.
 
 

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