Coronavirus, a Vo' Euganeo zero casi positivi: la chiusura totale funziona

Coronavirus, a Vo' Euganeo zero casi positivi: la chiusura totale funziona
di Claudia Guasco
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Domenica 15 Marzo 2020, 08:45 - Ultimo aggiornamento: 11:49

È cominciato tutto qui e ora la bufera si è placata. Codogno e Vò sono i laboratori italiani del coronavirus e la dimostrazione che l'epidemia può essere fermata. Dopo tre settimane di quarantena, da un giorno il paese veneto con l'infelice primato della prima vittima ufficiale da Covid-19, Adriano Trevisan, non ha più nuovi contagiati.

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PRUDENZA
Nella prima raccolta di massa di campioni a Vò il tasso di positività era superiore al 2,5%, nel secondo test è inferiore a poche unità per mille e nelle ultime ore nessun nome si è aggiunto all'elenco dei malati. Blindare il paese ha funzionato, anche se questi primi dati vanno accolti con prudenza. «Abbiamo applicato la quarantena - dice cauto il sindaco Giuliano Martini - con grande senso di responsabilità e fatto due screening a cui ha aderito il 95% della popolazione». Il governatore Luca Zaia non parla apertamente di successo, ma socchiude uno spiraglio incoraggiante: «Non nego che ci sia una timida risposta che potrebbe anche diventare positiva», rileva, grazie «all'atteggiamento che i cittadini hanno saputo tenere in relazioni alle restrizioni». Chi vive a Vò, tuttavia, non è altrettanto ottimista: «Oggi il contagio si sarà anche fermato, ma il secondo tampone di una settimana fa ha dato undici positivi. Considerando che ciascuno contagia almeno 2,5 contatti, tra qualche giorno avremo almeno una trentina di nuovi casi», calcola Erik Granzon, portavoce degli imprenditori locali. «Alcuni clienti cinesi ci hanno consigliato di fermare tutto per quaranta giorni, perché loro il problema l'hanno risolto così. Dopo la fine dell'isolamento da noi in paese sono entrati molti curiosi, tutte le attività sono ripartite e in giro c'è molta gente che non ha fatto tamponi. Abbiamo chiesto alla Regione di chiudere completamente le attività come quando eravamo in quarantena, ma finora abbiamo ricevuto solo risposte di cortesia», afferma Erik Granzon. Stesso stato d'animo a Codogno. «Il numero dei contagi in calo ci lascia respirare, ma noi tratteniamo ancora il fiato perché non è finita», dice il sindaco Francesco Passerini. «La polizia locale gira con il megafono per ricordare a tutti di stare a casa - spiega - Siamo partiti prima degli altri con le misure per contenere il virus e i miei cittadini ormai le hanno metabolizzate: è diventato quasi normale mantenere le distanze. Bisogna continuare così, perché la strada non è breve». L'efficacia della quarantena è confermata da uno studio realizzato da università cinesi, inglesi, americane e finanziato anche dalla Ue. «Se gli Npi, che includono quarantena e tracciabilità dei contatti, non fossero stati introdotti in Cina, il coronavirus sarebbe cresciuto 67 volte in più», rilevano gli esperti. Se, al contrario, fossero stati applicati da una a tre settimane prima, «i casi si sarebbero ridotti rispettivamente «del 66%, dell'86% e del 95%, parallelamente a una significativa riduzione delle aree colpite».

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