Coronavirus, da Canazei a Campitello di Fassa: il 23% della popolazione ha sviluppato gli anticorpi

Coronavirus, da Canazei a Campitello di Fassa: il 23% della popolazione ha sviluppato gli anticorpi
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Venerdì 3 Luglio 2020, 17:57 - Ultimo aggiornamento: 15 Febbraio, 09:52

I casi  totali, almeno fino ai dati di giovedì 2 luglio, sono stati 4.865 e fa un certo effetto scoprire che ben 1.486 sono stati scoperti grazie all'attività di screening. D'altra parte la provincia di Trento non è stata tra le zone meno colpite e molti ricordano il terribile weekend di inizio marzo quando gli impianti di risalita erano stracolmi di persone in fila per andare a sciare mentre già il Paese si preparava al lockdown. Ebbene nelle cinque località sciistiche della provincia di Trento, che hanno riportato più casi di Covid-19,  ha avuto l'infezione il 23% della popolazione. Lo afferma uno studio dell'Iss e della provincia di Trento condotto su circa 6100 sieri, pari a circa l'85% della popolazione residente al di sopra dei 10 anni. «In particolare - si legge nella ricerca - si è rilevata una percentuale di positività del 27,73% a Canazei, del 24,7% a Campitello di Fassa, del 23,61% a Vermiglio, del 20,97% a Borgo Chiese, del 17,81% a Pieve di Bono-Prezzo.

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Ulteriori indagini in corso permetteranno di correlare al meglio questo dato con la situazione epidemiologica locale, e forniranno fondamentali informazioni per lo sviluppo di strategie mirate alla sanità pubblica».  L'indagine, la prima del genere in Italia - sottolinea la Provincia - si riferisce ai primi giorni di maggio. L'obiettivo secondario della ricerca è di confrontare i risultati sierologici con quelli molecolari effettuati sui tamponi dei pazienti sintomatici. Inoltre, si prevede un secondo prelievo volontario entro l'autunno per capire se gli anticorpi sviluppati durano nel tempo e garantiscono immunità al virus. Attualmente, ha detto il direttore del Dipartimento di prevenzione dell'Apss di Trento, Antonio Ferro, la situazione nei territori interessati è sotto controllo, con un tampone positivo ogni mille abitanti.
Questa percentuale è molto più alta di quella che si sta riscontrando finora nella popolazione generale dai test sierologici, che ad esempio nel Lazio hanno dato un esito positivo nel 2,3% del campione. Anche a livello europeo, scrive l'Ecdc sul proprio sito che raccoglie gli screening sierologici condotti finora, non si va oltre un 10%. Diversi focolai in questi mesi sono stati fatti risalire alle località sciistiche: in Francia ad esempio i primi casi riportati riguardavano proprio un gruppo di turisti che aveva visitato il resort Contamines-Montjoie, nei pressi del Monte Bianco. Il ruolo delle settimane bianche è stato ipotizzato anche da Andrea Ammon, direttrice dell'Ecdc, che in un'intervista al Guardian ha dichiarato «Il ritorno degli sciatori dalle vacanze la prima settimana di marzo è stato un momento importante per la diffusione del virus in Europa. Le località sciistiche sono posti affollati, e ci sono queste cabine che trasportano le persone sulle montagne tutte stipate. È perfetto per questo tipo di virus».
Eppure proprio oggi  l'Azienda provinciale per i servizi sanitari di Trento (Apss) ha identificato un nuovo focolaio  a Predazzo: probabilmente, secondo le ricostruzioni fatte, le otto persone risultate positive al tampone sono state contagiate da un cittadino kosovaro rientrato in Trentino lo scorso 14 giugno. «L'uomo non ha rispettato l'obbligo di notifica all'ente sanitario locale del suo rientro in Italia e non ha effettuato l'isolamento domestico obbligatorio per le persone provenienti dai Paesi extra Unione europea. Nei primi giorni della permanenza in Italia, ha inoltre preso parte ad una festa della comunità kosovara di Predazzo». L'uomo - ha aggiunto Ferro - si è recato al pronto soccorso il 24 giugno scorso; il giorno successivo è risultato positivo al test per il Sars-Cov-2 assieme ai due conviventi. L'indagine epidemiologica effettuata dall'Apss ha portato all'identificazione di altri cinque positivi. «Sembra che non ci siano stati contatti con la popolazione trentina, le indagini proseguono sui colleghi di lavoro», ha detto Ferro. Per il mancato rispetto delle disposizioni contro il contagio, l'uomo è stato segnalato all'autorità giudiziaria. 

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