Coronavirus, il nodo trasporti per la Fase 2: il governo a caccia di risorse

Coronavirus, il nodo trasporti per la Fase 2: il governo a caccia di risorse
di Diodato Pirone
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Domenica 26 Aprile 2020, 01:32 - Ultimo aggiornamento: 13:32

Bus, metro, treni e aerei saranno la prossima trincea del Covid 19. I nodi da sciogliere del trasporto pubblico non sono “soltanto” sanitari, con l’applicazione di regole molto rigide per difendere i pendolari dagli assalti del coronavirus, ma anche economici perché il settore - che già lavorava in deficit come in tutto il mondo - vedrà esplodere i suoi costi.
Le cifre che stanno emergendo fanno tremare i polsi.

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Da metà marzo, data di partenza del “tutti a casa”, i servizi di trasporto sono stati ridotti all’osso in tutt’Italia e le aziende dei settore hanno cercato di tenere in piedi i bilanci mettendo in ferie o in cassaintegrazione gran parte dei dipendenti. Ma dal 4 maggio (anche se i segnali di netta ripresa sono partiti dal 14 aprile) la musica cambierà perché ripartirà la domanda di trasporto da parte dei 3,6 milioni di italiani che si recano al lavoro abitualmente con un mezzo pubblico.

Questo vuol dire che uomini e mezzi delle società di trasporto torneranno in campo a ranghi via via più serrati anche se gli incassi non saranno neanche lontanamente quelli pre-Covid.

LIBRI IN TRIBUNALE
La ragione della divaricazione è semplicissima: secondo le nuove regole i mezzi potranno trasportare al massimo la metà dei passeggeri. Inoltre buona parte dei pendolari, in particolare nei primi mesi, non si azzarderà ad utilizzare mezzi pubblici per azzerare le possibilità di contagio. Il risultato determinerà una netta divaricazione fra entrate e uscite della aziende di trasporto pubblico molte delle quali rischieranno di portare i libri in tribunale. Al momento le sovvenzioni del settore ammontano a circa 200 milioni al mese ma secondo le prime stime servirà un ulteriore intervento statale di 3 milioni al giorno pari a circa 100 milioni al mese e oltre un miliardo in un anno che il ministero dei Trasporti avrebbe già stanziato.

Lo Stato, inoltre, per alleggerire le aziende del settore si appresta a ridurre canoni e concessioni a loro carico in tutti i settori a partire da quello del settore ferroviario e aereo. Si tratta di altri soldi che vanno reperiti. E anche questa è una delle ragioni dello slittamento del Dcpm sulla Fase Due e del decfreto aprile.

Le spese pubbliche per il settore lieviteranno anche per gli incentivi destinati ad invogliare gli italiani a spostarsi con mezzi privati, più sicuri sul fronte del Covid: auto, moto, biciclette (anche assistite elettricamente), monopattini e, quando possibile, anche a piedi. Il ministero dei Trasporti sta per varare incentivi per l’acquisto di biciclette in particolare elettriche che si dovrebbero aggiungere ai 250 euro già stanziati da alcuni Comuni e in questo contesto con il prossimo decreto di fine mese dovrebbero essere sbloccati tutti assieme i 150 milioni per nuove piste ciclabili precedentemente stanziati per il prossimo triennio.

Per quanto riguarda invece le regole sanitarie per viaggiare il vademecum della Fase Due è ormai definito: possibilità di taglio alle tariffe negli orari meno frequentati; biglietti elettronici ovunque possibile; niente più controllori per impedire contatti frequenti fra il personale delle aziende di trasporto e i passeggeri; percorsi a senso unico nelle stazioni; porte dedicate solo alle entrate o alle uscite dai mezzi; sistemi conta persone sui mezzi; cerchi disegnati sui pavimenti delle stazioni metro per rispettare la distanza e, naturalmente, mascherina obbligatoria per tutti.

Sul fronte “sanitario”, infine, ieri è emerso che ci sarà anche l’obbligo di misurare la temperatura di tutti i passeggeri anche nelle piccole stazioni Fs. 
 

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