Ci avevano detto: non sarà un’estate come le altre. E invece, dopo qualche settimana di buonsenso, eccoci qui a vivere le nostre vacanze con regole “all’italiana”. Vi ricordate quando immaginavamo di dover passare l’estate sotto cubi di plexiglass? E guarda ora: le spiagge del litorale laziale nel weekend sembrano la fermata dell’autobus nell’ora di punta, altro che distanziamento sociale. Sabato ore 18, stabilimento Saporetti , Sabaudia: centinaia di ragazzi ammassati tra di loro in fila per uno spritz. Trovare una persona che indossa una mascherina è praticamente impossibile. Magari ce l'hanno in borsa ma non addosso.
Qualcuno ci prova ad essere ligio, esibendo la mascherina al bar, ma poi fa caldo et voilà ecco che scompare. Persino i baristi (non tutti) si dimenticano la protezione. Eppure i cartelli sono esibiti un po' ovunque e le regole (vi ricordate le regole?) sono chiare: vietato l'assembramento, distanza di almeno un metro tra gli ombrelloni, obbligo di mascherina al chiuso. Dovrebbero bastare 34.610 morti e 238.275 positivi per convincere i negazionisti del Covid-19. E invece il coronavirus nella spiaggia di Sabaudia (ma non solo) sembrano completamente dimenticati, svaniti al sole. Da nord a sud, da Jesolo a Mondello, dal Lido di Camaiore a Riccione, da Viareggio a Fregene le immagini ci mostrano bagnanti troppo vicini.
Peccato che da settimane virologi ed esperti continuano a ripetere che l'epidemia non è passata. In Italia ci sono nuovi focolai. “Stiamo convivendo con il Covid, il virus non è affatto scomparso- avverte il ministro degli Affari Regionali, Francesco Boccia - gli assembramenti annientano tutto». Come non capirlo?
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