Coronavirus, «I respiratori per vincere con Gemelli e Spallanzani»

Coronavirus, «I respiratori per vincere con Gemelli e Spallanzani»
di Simone Canettieri
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Sabato 25 Aprile 2020, 14:24 - Ultimo aggiornamento: 26 Aprile, 09:49

«L'emergenza non è ancora alle spalle, ancora ci sono dei casi. L'epidemia non è passata, ce ne vorrà di tempo, probabilmente mesi. Finora solo al Columbus hospital del Gemelli abbiamo trattato oltre 200 pazienti. Come struttura ci siamo mossi bene, seppur travolti come tutti all'inizio dal virus. Abbiamo messo in campo un servizio pluridisciplinare. Per superare la prima fase, i respiratori e i letti di terapia intensiva sono stati un'ancora di salvezza. Un argine fondamentale a cui abbiamo unito le nostre competenze per cercare di capire l'iter di questo virus». Antonella Cingolani è specializzata in malattie infettive. Una virologa in prima linea nel presidio creato dal policlinico per combattere il Covid-19. Proprio a questo centro d'eccellenza e allo Spallanzani è rivolta la raccolta fondi creata del Messaggero grazie alla quale è stata versata una prima tranche di 200 mila euro. Mentre l'insieme dei quotidiani della Caltagirone Editore ha finora donato un milione di euro ad alcune strutture ospedaliere nazionali.



Una gara di solidarietà che procede senza sosta. Anche se a Roma e nel Lazio la curva dei contagi continua a piegarsi verso il basso, per chi è in trincea, nelle terapie intensive, tra i pazienti che rischiano la vita, la pressione non sembra diminuire. «Sicuramente in questo momento c'è meno stress nei reparti rispetto a quanto ce ne fosse 20 giorni fa - continua Cingolani - ma certi strumenti, penso ai respiratori, sono fondamentali perché se dovesse ritornare l'emergenza non possiamo farci trovare impreparati. Sono un'assicurazione sulla vita delle persone. E voglio ringraziare i romani e i lettori del Messaggero per quanto stanno facendo ormai da settimane».
Migliaia di donazioni con un obiettivo preciso: mettere tutti i cittadini, della Capitale e non, in condizione di essere curati, senza costringere i medici a compiere scelte drammatiche in base all'età. «Il virus purtroppo - conclude la dottoressa - rimane nelle persone anziane con patologie pregresse per molto tempo. Lo abbiamo registrato dai quadri polmonari dei nostri pazienti».

Per questo è importante continuare a donare, per acquistare più respiratori e rafforzare le rianimazioni: ne va della salute di tutti. «Fino a quando non ci sarà un vaccino non dovremo farci inutili illusioni: possiamo solo fare sacrifici e irrobustire le nostre infrastrutture sanitarie con le migliori tecnologie».

 
 

 
 
 

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