Scuola, il bidello dovrà pulire le aule ma ne mancano oltre 4 mila

Coronavirus, il bidello dovrà pulire le aule ma ne mancano oltre 4 mila
di Lorena Loiacono
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Mercoledì 4 Marzo 2020, 00:24 - Ultimo aggiornamento: 13:16

A scuola tornano i “bidelli” vecchia maniera: i collaboratori scolastici per le pulizie, finora esterni, devono essere assunti dallo Stato. Ma, ad oggi, ne mancano all’appello oltre 4 mila: un’assenza che va ad aggravare un organico già ridotto.

Così le scuole rischiano il caos, soprattutto a Roma e nel Lazio dove spariscono oltre mille collaboratori. Finora, infatti, gli addetti alle pulizie erano soprattutto esterni, impiegati nelle scuole statali tramite contratti di lavoro con ditte e cooperative, mentre i dipendenti statali si occupavano soprattutto del controllo degli studenti nell’orario di ingresso e di uscita da scuola e di vigilanza nei corridoi durante le lezioni, per monitorare l’andirivieni nei bagni, in giardino o in cortile.

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Due figure distinte con ruoli sostanzialmente diversi. In teoria, in nome della sicurezza dei ragazzi, ci dovrebbe essere un bidello per ogni corridoio ma così non è: le scuole sono sotto organico anche sul fronte del personale Ata, ausiliario tecnico amministrativo, e la presenza degli esterni per le pulizie risultava fondamentale per tamponare le carenze. Ma ora si cambia: tutti gli addetti alle pulizie dovranno essere assunti dallo Stato con contratti stabili, in una parola dovranno essere internalizzati e diventeranno bidelli della scuola a tutti gli effetti. 

L’assunzione sarebbe dovuta partire il 1 gennaio scorso o, meglio, il 7 gennaio con la ripresa delle lezioni dopo la pausa natalizia ma è stata poi posticipata al 1 marzo con l’entrata in servizio a partire da ieri, 2 marzo. Una rivoluzione che sa di ritorno al passato, quella che parte in tutte le scuole di Italia, ma resta un grande interrogativo: non è chiaro infatti se i “vecchi” bidelli torneranno a far le pulizie e, soprattutto, non è ancora definito quanti “nuovi” bidelli entreranno in ruolo in questi giorni.

Secondo i dati forniti dai sindacati, degli oltre 16 mila addetti alle pulizie esterni solo una parte rientra nella stabilizzazione. Si tratta di quelli che, con un titolo di studio di licenza media, lavorano nelle scuole da almeno dieci anni. In base a questi requisiti, risultano idonei all’assunzione quasi 13mila addetti alle pulizie. Ma, tra questi, quasi 5mila saranno assunti part time. Ne restano invece fuori quasi 4mila: sono quelli che non hanno dieci anni di servizio alle spalle e si ritrovano ora senza lavoro.

D’ora in poi, quindi, gli istituti scolastici potranno contare su quasi 4mila bidelli in meno e ne hanno quasi 5mila a mezzo servizio. Senza contare che in questi giorni stanno ancora arrivando le chiamate da diversi uffici scolastici regionali e non si sono ancora completate. Ovviamente le chiamate si sono fermate nelle regioni dove le scuole sono state chiuse per l’emergenza da nuovo coronavirus. Sono tante allora le scuole in cui i “vecchi” bidelli usciranno dalle portinerie per andare a vigilare nei corridoi e nei bagni, facendo le pulizie e dividendosi tra una mansione e l’altra perché verranno a mancare i collaboratori che, da esterni, non saranno assunti per mancanza di requisiti.

L’internalizzazione, che da un lato avrebbe dovuto assicurare il posto di lavoro agli addetti alle pulizie esterni e dall’altro avrebbe dovuto rassicurare le famiglie sulla continuità del servizio, sta lasciando tutti scontenti. Con tanto di proteste e sit-in: «Sono 4.000 i lavoratori che non hanno più un lavoro – denunciano Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltrasporti - a seguito dell’esclusione dal processo di internalizzazione dei servizi di pulizia, ausiliariato e decoro nelle scuole italiane. È questo il drammatico epilogo della due giorni di trattativa al Ministero del Lavoro per esaminare e ricercare soluzioni alternative ai licenziamento, una conclusione drammatica per un intero paese che riscontra il fallimento di una vertenza tra le più gravi, per numero di famiglie coinvolte, vissute negli ultimi anni».

Un’emergenza da numeri impressionanti: dei 4mila lavoratori rimasti senza contratto, uno su 4 è nel Lazio dove vengono a mancare 1.024 addetti alle pulizie. Oggi pomeriggio nuovo sit-in di protesta sotto le finestre di Montecitorio.
 

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