Coronavirus, «Vacanze ridotte a scuola, stop lunghi danneggiano i ragazzi». L'ex ministro Berlinguer e il disagio didattica

Coronavirus, «vacanze ridotte a scuola, stop lunghi danneggiano i ragazzi». L'ex ministro Berlinguer e il disagio studenti
di Lorena Loiacono
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Sabato 21 Marzo 2020, 12:33 - Ultimo aggiornamento: 22 Marzo, 08:16

Coronavirus, scuole chiuse per mesi e la distanza tra i ragazzi che inizia a farsi sentire. Se prima per gli alunni poteva sembrare una semplice pausa, con la curiosità della didattica a distanza, ora l'assenza della classe reale con i compagni e i docenti comincia a pesare. E uno stop troppo lungo potrebbe comportare danni da non sottovalutare.

Luigi Berlinguer, ex ministro dell'istruzione, i bambini e i ragazzi possono restare senza scuola per tutto questo tempo?
«Stiamo facendo tutti un grande sforzo, ma dobbiamo cercare di non far pagare uno scotto troppo elevato ai più giovani. Fermo restando che le misure adottate per il virus sembrano severe ma sono assolutamente corrette e vanno rispettate: sono rimasto favorevolmente sorpreso dal comportamento degli italiani che si stanno rivelando responsabili. Tanti Paesi europei e americani ci guardano e ci stanno copiando: si parla del modello Italia. Detto questo: bisognerà occuparsi anche dei nostri giovani».
 

 

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In che modo?
«Le autorità scolastiche devono valutare il giusto equilibrio tra l'aspetto legato alla malattia e al contagio e quello che attiene invece alla mancanza di istruzione, che viene da questa loro forzata assenza dall'attività scolastica. Serve uno sforzo da parte di tutti».
Di che tipo?
«Non escludo che si debba portare avanti il periodo scolastico. Non restiamo schematici».

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Che cosa sta mancando agli alunni?
«L'alunno deve conservare il ritmo del proprio apprendimento. Una lunga assenza dai banchi è nociva, senza che i banchi siano visti come costrizione. Devono avere un aiuto per poi proseguire da soli. Dobbiamo favorire la concentrazione dei ragazzi, un aspetto che a causa di uno stop troppo lungo potrebbe venire a mancare. Per bambini e i ragazzi è importante la “compagnia” dello studio, è importante che sia costante, che non venga interrotta tanto a lungo».
Quanto “tempo di recupero” serve?
«Un periodo breve, anche due settimane per permettere ai docenti di riprendere il filo del discorso affinché l'apprendimento vada poi avanti. Un lungo periodo di mancato esercizio della mente è un danno, proprio come avviene con l'esercizio del fisico. Se stiamo seduti un mese senza muoverci si rovina il fisico? Accade altrettanto per la mente».

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La didattica a distanza non basta?
«So che in tanti stanno facendo un lavoro ottimo ed è importantissimo l'impegno di tutti. Ma credo sia importante rivedere il calendario per rimettere gli alunni di fronte ai libro in modo organizzato, non in base ad un'iniziativa libera».
Che cosa c'è di più in una classe reale rispetto a quella virtuale?
«A scuola si sta insieme, la socializzazione fa crescere l'essere umano con cultura civica e il rispetto degli altri. La classe, per i ragazzi, rappresenta certo il luogo dell'impegno ma anche quello della gioia di stare insieme agli altri».

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