Coronavirus a Roma, i pediatri: «Niente bimbi negli store» E i medici: visite a casa ai pazienti

Coronavirus, i pediatri: «Niente bimbi negli store» E i medici: visite a casa ai pazienti
di Camilla Mozzetti e Raffaella Troili
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Lunedì 24 Febbraio 2020, 10:26 - Ultimo aggiornamento: 13:21

Per il momento si tratta di «una misura precauzionale» suggerita per gestire meglio una possibile emergenza da coronavirus nella Capitale. I medici di medicina generale e i pediatri di libera scelta che rientrano nella task-force regionale invitano i mutuati - adulti e bambini in età pediatrica - a seguire determinate accortezze. Come quelle di non frequentare luoghi chiusi o molto popolosi. «Finora l'incidenza del virus - spiega Teresa Rongai, a capo della Fimp Roma - nella popolazione pediatrica è bassissima», e nella Capitale non vi è ancora nessun caso di contagio autoctono come ha dichiarato l'assessore alla Sanità del Lazio Alessio D'Amato al termine delle verifiche sulle persone che si sono recate all'Istituto malattie infettive Lazzaro Spallanzani. «Questo però non significa - prosegue la Rongai - che non è necessario assumere delle precauzioni soprattutto per i più piccoli. Per questo invitiamo le famiglie a non frequentare luoghi chiusi come supermercati o centri commerciali, a limitare in sostanza in questo periodo la frequentazione di posti con molte persone e invitiamo le famiglie con figli piccoli a rimandare i controlli ambulatoriali laddove possibile». In tutta la Regione sono in servizio 890 pediatri di libera scelta a fronte di una popolazione infantile - età 0-14 - che si aggira sulle 400mila unità.

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NEGLI AMBULATORI
Nel caso in cui ci fossero poi dei nuclei che sono entrati in contatto con residenti delle aree rosse del nord Italia o che sono rientrati dalle province contagiate «è opportuno prima di recarsi negli studi dei propri medici, avviare dei consulti telefonici anche nei casi in cui dovessero essere dei sintomi influenzali o para influenzali che saranno gestiti dai medici secondo le disposizioni impartite dal ministero della Salute». Il dicastero nell'ultima circolare di sabato specifica che i medici devono attenersi a: raccogliere informazioni anagrafiche; sconsigliare di soggiornare in sala d'attesa; in alternativa programmare la visita in ambiente dedicato presso lo studio o visita domiciliare; dotarsi di mascherina, guanti, occhialini, camice monouso; disinfettare le superfici con ipoclorito di sodio 0,1%. Niente allarmismi, ma il messaggio è chiaro: «Non venite a studio, chiamateci al telefono». Perché se si ammalano anche i medici di base, la situazione si complica. Il vice segretario nazionale della Fimmg, Pierluigi Bartoletti, in attesa di un'imminente circolare della Regione avverte: «Se avete sintomi febbrili, sospetti e soprattutto siete stati nelle aree a rischio o a contatto con qualcuno che torna da lì, evitate di uscire di casa, prendere i mezzi pubblici e soprattutto venire di persona nello studio medico».
 

 
 

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