Coronavirus ristoranti, plexiglass sui tavoli, take away e autocertificazioni: così si preparano i locali a Roma

Coronavirus ristoranti, plexiglass sui tavoli, take away e autocertificazioni: così si preparano i locali a Roma
di Valeria Arnaldi
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Sabato 25 Aprile 2020, 15:17 - Ultimo aggiornamento: 15:22

Take away, delivery e maggiore distanziamento tra i tavoli: la ristorazione romana è pronta a ripartire in sicurezza, studiando nuove modalità di accoglienza. Grande ruolo avrà la Rete, attraverso piattaforme dedicate, da quelle più note ad altre prossime ad essere lanciate. Lo chef stellato Angelo Troiani, anima di Convivio Troiani, in vicolo dei Soldati, ha avviato il delivery sin dall’inizio dell’emergenza del coronavirus. «Il progetto - spiega - è riaprire e mantenere anche il delivery, organizzandoci per farlo in un’altra struttura. Non mi sono limitato a organizzare la consegna dei piatti del Convivio, ho creato un vero delivery, con una cucina concreta, un po’ ricercata, e numerose proposte. Ho fatto già girare almeno una trentina di piatti e facciamo consegne tutti i giorni. Per la riapertura del ristorante stiamo valutando una serie di opzioni. Sicuramente cambieranno molte cose. Più che ripartenza, la chiamerei partenza».

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Non solo web. In tale ottica di rinnovamento, sono varie le misure allo studio. E le nuove visioni di gusto. Si ripensa la stellata Enoteca La Torre a Villa Laetitia, in lungotevere delle Armi. «In attesa di avere informazioni precise, stiamo predisponendo una serie di accorgimenti - dice Michele Pepponi - la nostra sala è molto ampia e i tavoli sono ben distanziati, abbiamo deciso comunque di ridurli a sei. Insieme allo chef  Domenico Stile, stiamo studiando una serie di menu che saranno aggiornati molto frequentemente. Cercheremo di sdrammatizzare l’obbligo, se ci sarà, di mascherina per il personale di sala, realizzando mascherine personalizzate, che potremo anche dare come piccolo cadeau ai clienti. Di certo, però, se saranno imposte barriere di plexiglass sui tavoli non riapriremo. Stare al ristorante deve essere un’esperienza piacevole, non si può avere la sensazione di essere in una corsia d’ospedale».

Cambiamenti in vista per lo stellato Moma, in via di S. Basilio. «Toglieremo il tavolo sociale per recuperare spazio e garantire quindi le distanze previste tra i tavoli - afferma  il proprietario Gastone Pierini - e forniremo take away e delivery. Stiamo realizzando una piattaforma ad hoc».
Nuove “distanze” tra i tavoli pure per Il Tuo Vissani, in piazza San Pantaleo, cuore di gusto di Gianfranco Vissani, volto noto dall’esperienza pluristellata.
Ambasciatore della cultura enogastronomica della Basilicata e di Matera Capitale Europea della Cultura 2019, lo chef Niko Sinisgalli ripartirà dal Posh, a Palazzo Naiadi, in piazza della Repubblica: «Riapriremo prima la terrazza perché si possono distanziare bene i tavoli e si può stare all’aperto. È un posto piacevole da condividere per far rilassare le persone. Aspetteremo ancora invece prima di aprire Tazio. Non faremo delivery».
Riapertura con distanziamento per il Palazzetto, con menu ideato dallo chef Marcello Romano di Salone Eva, all’Hassler, in piazza Trinità dei Monti. Si sta organizzando il ristorante stellato Imàgo, che intanto lancia i dining bond, voucher che consentono ai clienti di sostenere la ripresa dell’attività assicurandosi a un prezzo ribassato una piena esperienza culinaria non appena il ristorante aprirà le sue porte. «Dopo un periodo di totale isolamento come questo – racconta l’executive chef Andrea Antonini – finalmente riprendiamo possesso delle nostre cucine. Apriremo per la prima volta la terrazza al settimo piano, finora riservata ai clienti dell’hotel».
Articolato il progetto dello chef Alessandro Circiello, noto volto tv, per il ristorante Esposizioni a Palazzo delle Esposizioni, in via Nazionale: «Già a fine febbraio avevamo dispenser per il liquido igienizzante all’ingresso. Quando apriremo, adotteremo il plexiglass al tavolo per i gruppi di amici, non in caso di familiari, dove come già visto nel modello Corea, non è necessario. Se questo modello sarà attuato, infatti, al ristoratore i familiari dovranno portare l’autocertificazione.  Useremo inoltre salviette, portapane e simili appositamente studiati per essere eleganti ma usa e getta. Tutto lo staff lavorerà con mascherine. Nessun problema per il distanziamento. Il nostro è l’unico ristorante in Italia con 800 metri quadri di sala e 25 metri di altezza». Complessa la questione dei guanti in lattice. «Attenzione, potrebbero fare danni - avverte Circiello - tenendoli dalle 12 alle 15 si crea proliferazione batterica sul guantino, più alta di quella che si avrebbe sulle mani. La cosa migliore è igienizzarsi le mani con gel o ancora meglio lavarle».
Si prepara alla ripartenza pure Emilia Branciani, proprietaria di Livello 1, in via Duccio di Buoninsegna. «Non ci piace riaprire in queste condizioni ma lo faremo - dichiara - Organizzeremo un sistema di turni, diversificando gli orari per gli ospiti. Il dubbio è se la gente avrà paura di andare al ristorante e quindi ci siamo organizzati pure con delivery, tra piatti crudi e cotti».

Consegna speciale per Casina Valadier, in piazza Bucarest a Villa Borghese, che sta studiando una sorta di catering "da casa": il cameriere porterà la sera pietanze, stoviglie e tutto il necessario per la cena, tornando la mattina seguente per ritirare i piatti. Sta lavorando alla ripartenza pure Il Marchese, in via Ripetta: «Con la riapertura - dice Davide Solari - proporremo anche con il take away». «Sto aspettando di capire bene come ci faranno riaprire - commenta Carlo Maddalena di Giulia, in lungotevere dei Tebaldi - sicuramente avremo una linea da asporto». Delivery e take away per Ginger, in via Borgognona e in Piazza S. Eustachio.
Il mondo del dolce non sta a guardare. «Stiamo già fornendo il servizio di delivery - raccontano Marta Boccanera e Felice Venanzi della pasticceria Grué - attualmente stiamo lavorando alla creazione di una nostra piattaforma. Abbiamo previsto i tavoli distanziati, sfruttando area interna ed esterna».
Anche Cacciani, a Frascati, si è riorganizzato e ha già avviato nuove modalità di fruizione di piatti ed esperienza di gusto. «Per far arrivare comunque la nostra cucina nelle case dei castellani e dei romani - spiega lo chef Paolo Cacciani - abbiamo voluto pensare a un nuovo modo di fare ristorazione: abbiamo aperto un negozio di "vicinato", a disposizione di chi vuole portare a casa un assaggio del nostro gusto, preparando dei kit salsa per la pasta in barattolino 320 gr, e pasta abbinata: cacio e pepe, amatriciana, carciofi, i caccianelli, una specialità storica del nostro ristorante». Insieme ai kit, una serie di piatti pronti che si possono ritirare presso la sede o possono essere consegnati a casa. E si guarda avanti. «I nostri spazi fortunatamente sono ampi - conclude Cacciani - sia in sala, sia in terrazza e nella  nostra sala privata. Nessun problema per il distanziamento».  
 

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