Coronavirus, le regioni leghiste: «Alunni dalla Cina in quarantena». Muro di governo e presidi

Coronavirus, le regioni leghiste: «Alunni dalla Cina in quarantena». Muro di governo e presidi
di Alberto Gentili
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Martedì 4 Febbraio 2020, 07:39 - Ultimo aggiornamento: 11:11

In quarantena gli studenti, di qualsiasi nazionalità, provenienti dalla Cina. E' questa la richiesta dei governatori leghisti di Lombardia, Veneto, Friuli e Trento scritta, nero su bianco, in una lettera inviata al ministro della Salute, Roberto Speranza. «Allarmismi ridicoli», ha immediatamente replicato il segretario dem Nicola Zingaretti, «il governo ha già sospeso i voli provenienti dalla Cina, dunque non si capisce come i bambini possano arrivare...».
La mossa leghista è stata accompagnata da una scaramuccia tra il governatore della Lombardia Attilio Fontana e quello del Veneto Luca Zaia. Poco dopo pranzo Zaia annuncia la lettera. E chiede «un blocco di 14 giorni, come da prassi». Spiegazione: «Non c'è la volontà di ghettizzare nessuno, vogliamo solo dare una risposta all'ansia di tanti genitori». L'entourage di Fontana però fa sapere: «Non è stata ancora scritta alcuna lettera, ora ci mettiamo al lavoro e poi vediamo...».

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Ma alle sette e mezzo di sera la bozza della missiva riscritta dal governatore lombardo - che ha provveduto a inserire un riferimento al rischio di contagio da Coronavirus anche senza sintomi «evidenziato dall'Organizzazione mondiale della sanità» (Oms)- non era ancora stata sottoscritta né da Zaia, né dal friulano Massimiliano Fedriga, né dal presidente della provincia di Trento Maurizio Fugatti, mentre il bolzanino Arno Kompatscher si è chiamato fuori: «Io non firmo».
Il parto arriva all'ora di cena, mentre a palazzo Chigi il premier Giuseppe Conte, il ministro della Salute Roberto Speranza e il capo della Protezione civile Angelo Borrelli «fanno il punto della situazione» assieme ai capigruppo di maggioranza e opposizione. Nel testo della missiva sottoscritta da Fontana, Zaia, Fedriga e Fugatti, c'è proprio il riferimento al rischio, «raro ma possibile» di contagio da «soggetti asintomatici evidenziato dall'Oms il 1 febbraio». «Ciò nell'ottica», chiarisce Fontana, «della massima precauzione e a tutela di bambini dei nidi e delle scuole materne, studenti e famiglie. Né più, né meno».
Speranza, mentre la maggioranza stigmatizza la mossa leghista («i governatori fomentano panico e intolleranza», dice Loredana De Petris) rinvia la questione all'Istituto superiore di Sanità: «Su queste cose decide la scienza». E l'Iss detta poco dopo una nota: «Le misure adottate rispetto al rischio legato al Coronavirus tutelano la salute dei bambini e della popolazione. L'Italia è tra i Paesi che hanno adottato le misure più ampie ed articolate».

LA POSIZIONE DEL MIUR
Sulla stessa linea si schiera la ministra della Scuola, Lucia Azzolina: «Non voglio che si creino allarmismi. Il governo si è mosso immediatamente e voglio tranquillizzare tutti perché la propaganda non fa assolutamente bene: non ci sono motivazioni al momento per pensare di escludere gli alunni dalla scuola». Anche l'Associazione dei presidi, con il presidente Antonello Giannelli, benedice la scelta: «E' corretto attenersi alla circolare del ministero della Salute perché frutto di considerazioni di natura scientifica. D'altronde, il livello scientifico delle nostre strutture sanitarie e di ricerca è molto alto e merita rispetto e fiducia nell'interesse della nazione».
A palazzo Chigi nel frattempo Conte, Speranza e Borelli illustrano ai capigruppo «le scelte compiute». Matteo Salvini non ha inviato i presidenti dei senatori e dei deputati, ma due parlamentari semplici: Eugenio Zoffili e Maria Cristina Cantù. Però, come dirà al termine Federico Fornaro di Leu, «l'incontro è avvenuto in un clima collaborativo e sereno, riconoscimento unanime per la positiva azione di prevenzione del ministero della Salute». Leghisti inclusi. Nel vertice Conte e Speranza difendono la linea scelta: «Le circolari emanate» riguardo agli alunni, «sono state definite dalla commissione scientifica dell'Iss e dell'Ospedale Spallanzani. E noi ci affidiamo alla scienza e non alla propaganda».

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