Coronavirus in Campania, donna contagiata in giro: chiusi 2 reparti, quarantena per cento sanitari

Coronavirus in Campania, donna contagiata in giro: chiusi 2 reparti, quarantena per cento sanitari
di Lorenzo Calò
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Martedì 3 Marzo 2020, 23:00 - Ultimo aggiornamento: 4 Marzo, 10:29

Quattro città nel caos, due reparti ospedalieri chiusi, un centinaio fra medici, infermieri e operatori sanitari in quarantena; e poi, scuole sbarrate, un cordone sanitario per un intero condominio e altre 40 anime in fila per tutta la giornata di ieri per sottoporsi al tampone. Sembra un bollettino di guerra chimico-batteriologica, ma è solo l’effetto (paradossale quanto allucinante) delle persone e dei percorsi incrociati e riannodati attorno alla vita familiare e lavorativa di una donna di 47 anni - moglie, madre, figlia ed educatrice - attualmente ricoverata all’ospedale Cotugno di Napoli dopo essere risultata positiva al test per l’infezione da coronavirus per altro manifestatasi con i sintomi tipici del contagio.

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LO STATO ATTUALE
Cominciamo dalla fine. È sotto controllo l’evoluzione clinica della paziente, giudicata non grave e tenuta sotto osservazione dai medici. Nel frattempo misure straordinarie sono state adottate ad Avellino, Sarno, Striano e Torre del Greco, un’ampia zona che insiste su tre province tutte interconnesse con la vita della paziente «vettore».

AVELLINO
Gli effetti più devastanti - perché incidono su un servizio pubblico - si registrano nel capoluogo irpino e hanno come epicentro l’ospedale Moscati. Qui il 26 febbraio la donna (una insegnante originaria di Sarno, residente a Striano e attiva lavorativamente a Torre del Greco) si reca per fare assistenza al padre ricoverato nel reparto di otorinolaringoiatria per essere sottoposto a un intevento chirurgico. La degenza dell’anziano genitore è lunga, le notti che la donna - da figlia premurosa - ha trascorso in reparto numerose. L’insegnante durante la sua presenza in ospedale avverte un malore, probabilmente un calo di pressione e viene pertanto assistita in pronto soccorso. Ha qualche decimo di febbre, staziona circa due ore nel reparto (entrata alle 12, dimessa alle 14). Soltanto ieri - quando si è appreso del contagio e sono stati ricostruiti spostamenti e relazioni della paziente - nella cittadella della salute irpina è scattato il piano di emergenza. Risultato: la divisione di otorino è stata chiusa per 15 giorni, il primario Malafronte e 25 fra medici e personale sono stati messi in quarantena, i pazienti trasferiti in altre ali dell’ospedale, bloccati i ricoveri e gli interventi ambulatoriali. Di più: per dodici ore sono stati chiusi (per sanificazione) a blocchi i vari spazi del pronto soccorso, quarantena per 50 fra medici e operatori sanitari. Oggi il tutto dovrebbe ritornare alla normalità. Verifiche in corso sui locali della sala d’attesa dell’emergenza e del bar dell’ospedale dove sono stati registrati frequenti passaggi della donna. Il padre di lei (ora trasferito in isolamento nella divisione malattie infettive) è stato sottoposto a tampone. I primi risultati hanno dato esito negativo, così come il test effettuato sulla madre della donna, anch’essa avvistata spesso in ospedale per assistere il marito. Non presenterebbe sintomi ma quarantena domiciliare anche per lei.
 

 

STRIANO
Qui siamo nella città, in provincia di Napoli, dove l’insegnante vive con la famiglia: marito e 2 figli, posti in quarantena per 14 giorni unitamente ai vicini di casa residenti nello stesso stabile. Nessuno avrebbe manifestato sintomi, ma non si sa mai. Le scuole sono state chiuse per motivi precauzionali.

SARNO
Non è finita. Sarno, provincia di Salerno, città della quale la nostra paziente-veicolo è originaria e presso il cui ospedale, in pronto soccorso, si è recata lunedì con febbre alta e polmonite. Qui sono finiti in quarantena un fratello della donna (dipendente del Comune) e tutto il personale sanitario dell’emergenza: tre medici, due ausiliari, nove infermieri e anche una guardia giurata. Il pronto soccorso è rimasto aperto ma per tutta la giornata di ieri, almeno 40 persone che, a vario titolo, hanno dichiarato di aver incrociato la professoressa in questi ultimi sette giorni, si sono presentate chiedendo di essere sottoposte a test. Non è finita. Una scuola elementare ha bloccato il servizio mensa perché due cuoche sono state in contatto - per motivi personali, non lavorativi - con l’insegnante. Nessuno avrebbe i sontomi dell’infezione.

TORRE DEL GRECO
Torniamo in provincia di Napoli, altro scenario. Qui presta servizio la donna, all’istituto comprensivo Don Bosco-D’Assisi che insiste su due plessi: uno centrale, in via Carlo Alberto Dalla Chiesa e uno in via del Clero. Entrambe le strutture sono state chiuse fino al 6 marzo con la sola esclusione degli uffici amministrativi centrali al fine di coordinare meglio gli interventi di emergenza. Il personale racconta che l’insegnante risulta assente da undici giorni ma il sindaco Giovanni Palomba è stato irremovibile: scuola chiusa e quarantena per alunni, docenti, personale amministrativo e Ata.

GLI INTERROGATIVI
Come e quando la paziente-veicolo avrebbe contratto l’infezione? La questione resta aperta dal momento che la donna ha asserito di non aver viaggiato negli ultimi tempi né tantomeno di essersi portata nelle zone del Nord focolaio dell’infezione. Da ieri sera serpeggia un’altra ipotesi ancora tutta da verificare: la povera insegnante sarebbe stata a sua volta infettata da una collega, un’altra educatrice in servizio a Torre del Greco nella medesima scuola, il cui figlio nelle settimane scorse è stato in Veneto. E che possa essere proprio la città costiera l’epicentro di questa complicata spy-story in salsa virale sembra confermarlo anche un’altra circostanza. C’è preoccupazione, in particolare, per un’altra insegnante, amica e collega della donna contagiata, che vive a San Valentino Torio, provincia di Salerno, ma che insegna proprio a Torre del Greco.
Si attende il tampone. Incrociando le dita.

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