Numero verde per sostegno psicologico a medici e infermieri, rischiano traumi come reduci del Vietnam

Numero verde per sostegno psicologico a medici e infermieri, rischiano traumi come reduci del Vietnam
di Franca Giansoldati
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Martedì 21 Aprile 2020, 12:29 - Ultimo aggiornamento: 18:07

E' stato attivato un numero verde su tutto il territorio nazionale per dare supporto psicologico a medici e infermieri devastati psicologicamente dalla esperienza in corsia legata alla emergenza del coronavirus. Stress, disturbi psichici post trauma tanto da essere paragonati alle esperienze belliche dei reduci della guerra in Vietnam. Il numero verde 800.042.999 è stato reso possibile grazie ad una azione congiunta di Emergenza Sorrisi, Società Italiana di Psichiatria (SIP) e TIM: sarà attivo da lunedì a sabato, dalle 15 alle 19, per fornire ascolto e supporto a distanza.

A rispondere saranno gli esperti della Società Italiana di Psichiatria sotto la supervisione del professor Massimo di Giannantonio e del dottor Enrico Zanalda, coordinatori SIP del progetto. «Emergenza Sorrisi, sulla base delle sollecitazioni espresse dai sanitari e dai propri volontari distribuiti in tutto il territorio nazionale, ha deciso di promuovere questa iniziativa – spiega Fabio Abenavoli, presidente di Emergenza Sorrisi. Questo virus è il virus della lontananza e del distacco, per questo abbiamo raccolto la loro richiesta di aiuto e pensato di offrire un servizio di supporto per ricordare loro che non sono soli nell’affrontare una situazione di stress elevatissimo».

A colpire i medici sono l’ansia, la frustrazione, i sensi di colpa, i disturbi del sonno a causa dei lutti multipli e della paura di non aver fatto abbastanza per i propri pazienti. Disturbi che riguardano il 50% degli operatori sanitari. Questa percentuale sale al 70% per il timore e l’ansia di contrarre il virus e all’85% per l’angoscia di essere veicolo dell’infezione per i propri cari. Livelli di ansia e di angoscia che rischiano di arrivare al burnout, cioè alla sindrome da esaurimento. Un indicatore indiretto di questa situazione è l’incremento di almeno il 30% del consumo di ansiolitici dall’inizio della pandemia. 
 

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