Coronavirus, il piano di contenimento: medici precettati e +50% di terapie intensive

Coronavirus, il piano di contenimento: medici precettati e +50% di terapie intensive
di Giuseppe Scarpa
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Giovedì 5 Marzo 2020, 07:13 - Ultimo aggiornamento: 15:06

È uno sforzo poderoso quello che il sistema sanitario nazionale dovrà affrontare per contrastare l'avanzata del coronavirus: un incremento del 50% dei posti letto nelle Terapie intensive e del 100% nei reparti di Pneumologia e Malattie infettive, percorsi formativi rapidi per medici e infermieri sul supporto respiratorio, utilizzo delle strutture private accreditate e identificazione di altre strutture ad hoc, reclutamento dei sanitari anche da altre aree del Paese meno colpite dal Covid-19. Sono queste le indicazione contenute in una circolare del ministero della Salute datata primo marzo.

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LE MISURE
La prima misura è l'attivazione di «un modello di cooperazione interregionale coordinato a livello nazionale», insieme all'incremento della disponibilità di posti letto a livello regionale «nel minor tempo possibile». I posti nelle Pneumologie e nei reparti Malattie infettive dovranno essere «isolati e allestiti con la dotazione per supporto ventilatorio, inclusa la respirazione assistita». Per far fronte alla emergenza gli ospedali dovranno «rimodulare» le proprie attività e alla comparsa di un primo caso indice di Covid-19 (di cui non si conosce la fonte di trasmissione) in una determinata area, gli interventi chirurgici programmati nei nosocomi della zona dovranno essere sospesi per mantenere liberi i posti in Terapia intensiva.

Ed ancora: per ridurre la pressione sugli ospedali pubblici, i pazienti non affetti da coronavirus verranno trasferiti in strutture private accreditate. Dovrà essere ridistribuito anche il personale sanitario, prevedendo un «percorso formativo rapido qualificante per il supporto respiratorio per infermieri e medici» attraverso i corsi di formazione a distanza dell'Istituto superiore di sanità.

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Quanto al trasporto dei pazienti critici, saranno costituiti pool di anestesisti e rianimatori provenienti non solo dalla Regione interessata ma anche da altre. La circolare indica poi la ridefinizione dei percorsi di triage nei pronto soccorso con aree ad hoc per i pazienti sospetti e l'identificazione di strutture per la gestione esclusiva del Covid-19.
Il segretario del maggiore sindacato dei medici dirigenti, l'Anaao-Assomed Carlo Palermo ha spiegato che «bisogna avere coraggio sulle assunzioni». Il piano «prevede l'incremento del 50% dei posti letto di Terapia intensiva a livello regionale. Ciò significa - spiega Palermo - che solo in Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna, dove attualmente i posti letto in Terapia intensiva sono 1800, è previsto un incremento di 900 posti. Perciò sarebbero necessari almeno 2mila medici in più rispetto agli attuali 4.500 anestesisti-rianimatori attivi in queste tre Regioni del Nord. Per questo auspichiamo avvisi pubblici per l'assunzione a tempo determinato di medici specializzati e di specializzandi agli ultimi anni di corso».

L'ESERCITO
La sfida è elevata. Ma la lotta al Covid-19 non è affidata solo ai civili, anche le forze armate si sono mobilitate. L'esercito è pronto a mettere a disposizione 5mila posti letto per le quarantene in caserme (o altre tipologie di strutture) dislocate in tutto il Paese. Si tratta di posti previsti per persone entrate in contatto con chi è risultato positivo al virus. Quindi non di soggetti che hanno contratto la malattia. Per chi risulterà positivo l'esercito è già pronto con due ospedali, uno a Milano e l'altro a Roma.

Il policlinico militare del Celio nella Capitale è stato già impiegato per l'emergenza. In tutto questa struttura offre 80 posti letto di cui un massimo di 16 per i contagiati, compresi 8 letti per la Terapia intensiva. Nel capoluogo lombardo, l'ex ospedale militare di Baggio, è pronto ad accogliere 40 pazienti, quando la Regione stabilirà di inviarli. Sono già mobilitati i 6 medici , i 12 infermieri e i 12 oss della struttura. Inoltre all'ospedale di Lodi, nella zona epicentro del contagio, sono stati inviati 4 medici e 3 infermieri. L'esercito ne invierà altri fino a un totale di 10 camici bianchi e 10 camici blu.
 

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