Coronavirus, nessuno stop per la Giustizia amministrativa

Coronavirus, nessuno stop per la Giustizia amministrativa
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Giovedì 9 Aprile 2020, 14:14 - Ultimo aggiornamento: 14:18
Nessuno stop per la Giustizia amministrativa: le udienze riprenderanno a pieno ritmo dal 16 aprile, grazie al funzionamento del Processo amministrativo telematico, al buon esito del test effettuato in relazione ai procedimenti cautelari durante il periodo emergenziali e alle norme che hanno temporaneamente ridisegnato il processo per adeguarlo alle necessità di distanziamento sociale per arginare il contagio da coronavirus: trattazione solo scritta, con memorie supplementari e collegamento da remoto per i magistrati. L’obiettivo è quello di evitare l’accumularsi di un arretrato poi difficile da smaltire.

E’ previsto dal decreto, pubblicato ieri, con il quale il Consiglio dei Ministri ha disposto ufficialmente la proroga della sospensione delle udienze per i processi civili, penali e tributari. Nessun rinvio, invece, è stato stabilito per i giudizi amministrativi: viene esclusivamente disposta la sospensione del termine per la proposizione dei ricorsi fino al 3 maggio. Fino al 15 aprile il servizio essenziale continuerà ad essere garantito grazie alla trattazione dei procedimenti cautelari.

Nonostante l’emergenza sanitaria sono infatti rimaste operative sia la tutela monocratica "pura" (quella prevista per i casi di "estrema gravità e urgenza"), sia la tutela monocratica “atipica", introdotta dalle nuove norme processuali, in sostituzione di quella collegiale. Queste attività sono proseguite normalmente. Il processo telematico, sperimentato dal 2016 ed entrato in vigore nel gennaio 2017, consente infatti ai magistrati lo studio dei fascicoli e il deposito dei provvedimenti da remoto. E’ proseguita anche l'attività delle Sezione consultive del Consiglio di Stato, con le adunanze in videoconferenza. Il 7 aprile, per esempio, è stato discusso l'annullamento straordinario dell'ordinanza del sindaco di Messina che obbligava chi intendesse attraversare lo stretto di Messina a registrarsi sul sito del Comune.

Guardando le statistiche, emerge che le cause trattate non sono calate. Anzi, per quanto riguarda i decreti monocratici e la tutela cautelare c’è stato un incremento dell’attività rispetto alle tre settimane che precedono l’emergenza. All’8 al 31 marzo 2020, infatti, in tutta l’Italia sono stati trattati 2.347 decreti monocratici di primo grado e 484 in appello. Dal 15 aprile riprenderanno anche le ordinanze cautelari, con una possibile anticipazione dell’attività su richiesta delle parti. Fino a quella data è prevista anche la trattazione collegiale delle domande cautelari già accolte in sede monocratica, solo nei casi in cui non venga chiesto un rinvio. In questo periodo sono anche stati emessi 15 decreti monocratici (di Tar e Consiglio di Stato) su questioni connesse all’emergenza epidemiologica.
Dall’impugnazione dell’ordinanza regionale della Campania al provvedimento nei confronti di un'azienda sanitaria siciliana che aveva inibito l’attività di laboratorio relativa all’esecuzione di test diagnostici per coronavirus in assenza di sintomi. C’è stato anche il caso di un’azienda sanitaria in Molise che aveva disposto il ricovero in una residenza per anziani di una paziente senza aver prima disposto un tampone di controllo. E ancora: è stata trattata l’ordinanza del sindaco di Pula, in Sardegna, che ha disposto limitazioni alle uscite per fare acquisti di generi alimentari.
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