Coronavirus, la Finanza sequestra 60.000 prodotti tra medicinali e gel

Coronavirus, la Finanza sequestra 60.000 prodotti tra medicinali e gel
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Sabato 21 Marzo 2020, 11:37

Sono circa 60.000 prodotti sequestrati ad oggi dalla Guardia di Finanza impegnata nei controlli sull'emergenza coronavirus. Si tratta di medicinali, strumenti e apparecchi medicali, disinfettanti e prodotti per l'igiene. Di questi 5.000 sono stati intercettati in dogana, 55.000 sequestrati in fase di commercializzazione, sia al dettaglio che all'ingrosso. I sequestri, spiega il colonnello Massimiliano Di Lucia, capo dell'ufficio tutela economia e sicurezza del III Reparto operazioni del Comando Generale della Guardia di Finanza, «hanno interessato l'intero territorio nazionale, con prevalenza in Lombardia, Piemonte, Campania e Puglia, e sono stati il frutto di attività investigative anche imperniate sul costante monitoraggio della rete internet».

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Le principali infrazioni hanno riguardato essenzialmente
manovre speculative su merci, frode in commercio, e false indicazioni qualitative e di origine. Tra le principali operazioni il colonnello Di Lucia ricorda quella svolta «dal Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Milano che, nell'ambito di indagini delegate dalla locale Procura della Repubblica, ha individuato nove soggetti, nazionali ed esteri, attivi in Italia, che innalzavano i prezzi dei predetti beni dal 100 al 400% rispetto al valore di mercato antecedente alla crisi sanitaria in atto. Sono state sequestrate pertanto alcune centinaia di mascherine protettive e prodotti disinfettanti per l'igiene personale, per la fattispecie di manovre speculative su merci« prevista dall'art. 501-bis c.p». Un'altra operazione è quella svolta nella Provincia di Bari, dove i finanzieri hanno sottoposto a sequestro oltre 30.000 prodotti, tra mascherine protettive, gel e salviette per le mani, messi in commercio con modalità fraudolente e truffaldine, per un valore di mercato di circa 220.000 euro, all'esito di oltre 30 perquisizioni effettuate in ben 22 Comuni delle province di Bari e Bat presso sedi di imprese, i cui titolari, non solo italiani, sono stati denunciati per truffa aggravata, manovre speculative su merci e frode nell'esercizio del commercio. 
 

 

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