Covid 19, la Fase 2 per fasce d'età: anziani, percorsi protetti

Covid 19, la Fase 2 per fasce d'età: anziani, percorsi protetti
di Cristiana Mangani
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Mercoledì 15 Aprile 2020, 00:42 - Ultimo aggiornamento: 10:21

Misure strettamente necessarie: il governo guarda alla fase 2 sapendo bene che potrà dettare raccomandazioni e non imposizioni. E il tema che sta facendo molto discutere, è quello che riguarda principalmente le persone più avanti con l'età. I dati statistici parlano chiaro: l'83,7 per cento di chi viene colpito da coronavirus ha più di settanta anni, e questo rileva una loro maggiore fragilità. Ragione per cui, la ripartenza dopo il 4 maggio, avverrà a scaglioni, e non sarà tana libera tutti. È previsto un ritorno in attività di aziende, negozi, ma anche di tanti liberi professionisti.

E allora, la fascia di età avrà la sua importanza, non soltanto per i rischi che corre, ma perché una eventuale fragilità può favorire anche la diffusione del contagio. Quindi tra le ultime fasce che potranno uscire di casa ci saranno i cittadini che hanno più di 70 anni, soprattutto quelli con una o due patologie croniche. «Per loro ha spiegato la sottosegretaria alla Salute Sandra Zampa dobbiamo prevedere un programma ah hoc, percorsi che ci consentano di proteggerli dal contagio quando i più giovani ricominceranno a circolare. Però mettendoli anche al riparo dall'afa e dall'isolamento che può avere effetti devastanti a livello psicologico. E dunque un vero e proprio piano di interventi».

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Del resto i dati aggiornati dicono che su 18.641 vittime da Covid-19, 13.408 avevano tra i 70 e i 90 anni, di questi 5.874 tra i 70 e gli 80 anni. Quanto basta per comprendere la fragilità delle persone che si trovano in questa fascia di età, il fatto che molti si siano infettati proprio perché entrati in contatto con parenti asintomatici o con sintomi lievi. Figli, nipoti che forse non sapevano nemmeno di aver contratto il coronavirus e glielo hanno trasmesso. Ecco perché adesso si proteggerà questa generazione prevedendo tempi più lunghi per il ritorno alla vita normale o comunque percorsi diversificati per effettuare gli spostamenti. Naturalmente, non vorrà dire che chi lavora non potrà ricominciare a farlo, ma con maggiori cautele e maggiori protezioni individuali. Inoltre, non si può non considerare che, in genere, le persone più avanti con l'età hanno anche problemi di salute cronici, che li rendono più attaccabili dal virus. Dalla ipertensione al diabete, ai problemi renali: un dato che, purtroppo, tende a ritornare nella casistica dei decessi.

In attesa di un vaccino sarà fondamentale la mappatura della popolazione. E quindi rivestono una particolare importanza tutti quei test che possono accelerare l'individuazione di un positivo, in particolare i test sierologici, la cui precisione deve essere ancora confermata dal Comitato tecnico scientifico.

L'ipotesi più probabile, poi, è che venga creato una sorta di archivio telematico che possa sostituire l'autocertificazione. Una specie di database personale, dove potersi registrate, inserendo i propri dati e la propria situazione sanitaria. Anche se si è stati già sottoposti a tampone o al test sierologico. E questo verrà attuato in base alle fasce d'età, in modo da proteggere chi è maggiormente esposto.

«Sarà necessaria una sorveglianza domiciliare attiva - ha evidenziato il professor Roberto Bernabei, direttore del reparto di Geriatria del policlinico Gemelli di Roma -, da parte dei medici di medicina generale, in particolare per quegli anziani che presentano patologie a maggiore rischio con Covid-19. Le stesse categorie che muoiono per le ondate di calore, tutte persone che vanno tracciate e controllate ogni settimana, dieci giorni. Perché se rientri in quella categoria - ha aggiunto l'esperto - ti sorveglio, ti guardo come se fossi il Santo Graal. Non basterà dire che non devono uscire di casa, queste persone andranno seguite costantemente perché prendano le pillole, perché siano in equilibrio, per verificare che non abbiano scompensi. Questo deve evitare che vengano ospedalizzate con le possibile drammatiche conseguenze che abbiamo visto».
 

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