Coronavirus, le donazioni dei lettori: «Con Gemelli e Spallanzani per non abbassare la guardia»

Le donazioni dei lettori: «Con Gemelli e Spallanzani per non abbassare la guardia»
di Simone Canettieri
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Domenica 5 Aprile 2020, 08:44 - Ultimo aggiornamento: 12:36

«Ho visto con miei occhi tante persone non farcela. E ho capito una cosa di questo coronavirus: è un virus subdolo, cattivo, è la malattia della solitudine. Perché? Costringe i parenti e i cari del malato a rimanere fuori dalle stanze, non permette loro di accompagnarlo nelle ultime ore che gli restano perché c'è il rischio che si infettino. Ecco perché è importante il contributo di tutti, compreso quello dei vostri lettori, ci aiuta a essere a meno soli». Nicola Petrosillo è il direttore del dipartimento clinico e di ricerca dello Spallanzani, avamposto della Capitale nella battaglia contro il Covid insieme al policlinico Gemelli.

Coronavirus, un milione di euro grazie ai lettori dei giornali della Caltagirone Editore

E la campagna del Messaggero - che insieme agli altri quotidiani della Caltagirone Editore ha già raccolto grazie alla generosità dei lettori un milione di euro - va proprio in questa direzione: dotare il più possibile i due centri sanitari affinché non si trovino impreparati nel fronteggiare l'emergenza.
 



I primi risultati concreti dai fondi raccolti sono già arrivati. Consentendo alle due strutture romane di acquistare più ventilatori polmonari e creare più posti letto di terapia intensiva. Ma la gara di solidarietà dei lettori non si ferma perché l'allarme continua. «Il nostro ospedale - continua Petrosillo - è quasi tutto occupato pazienti Covid, la terapia intensiva lavora a pieno regime. Per fortuna però non c'è quell'iper-afflusso che si paventava e che abbiamo visto nel Nord dell'Italia. Ci sono casi spalmati nel tempo che finora riusciamo a gestire. Ma, lo ripeterò fino alla noia, non possiamo abbassare la guardia». Un motivo per continuare la mobilitazione. Le donazioni infatti non si arrestano e sembrano seguire, o meglio tallonare, il virus.

«L'infezione - continua Petrosillo - purtroppo si diffonde in maniera asintomatica, basti pensare c'è un 80% di possibili contagiati che non ha nulla o che ha piccole sintomatologie che passano inosservate». E quindi l'isolamento degli italiani si protrae, così come l'impegno degli ospedali in prima linea, ancora costretti a bollettini quotidiani non proprio incoraggianti. Petrosillo conclude con un messaggio. Un ponte tra la corsia e il divano, tra chi lavora negli ospedali e chi è costretto a stare a casa. «Il virus non si può azzerare in un giorno, ma se tutti facciamo la nostra parte, allora il processo di ripartenza sarà molto più veloce. Non esistono gli eroi, ma il lavoro di squadra».
 

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