Dalla favola Disney all'incubo coronavirus: rientrati a Roma i 100 ragazzi italiani del parco in Florida

Dalla favola Disney all'incubo coronavirus: rientrati a Roma i 100 ragazzi italiani del parco in Florida
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Lunedì 20 Aprile 2020, 17:18
Sognavano letteralmente una  vita, o quanto meno, un lavoro da favola. E invece si sono ritrovati in un incubo: da una mese a questa parte un centinaio di ragazzi italiani che erano in Florida per un progetto Disney si sono ritrovati bloccati negli Stati Uniti e per di più in quarantena. Non solo: senza più casa né lavoro. Finalmente ieri rientrati in Italia. «Finalmente ce l'abbiamo fatta a tornare» hanno detto stamattina appena sbarcati a Fiumicino tra sollievo, sorrisi e voglia di riabbracciare al più presto i propri familiari.
Per loro il consolato generale a Miami e l'ambasciata italiana a Washington, in stretto raccordo con la Farnesina, hanno seguito da vicino il caso, organizzando un volo speciale di rimpatrio da Orlando, in raccordo con la compagnia Neos. I giovani erano rimasti bloccati dal 16 marzo dopo che, a causa dell'emergenza coronavirus, Disney World aveva sospeso 43.000 dipendenti, fra cui appunto i giovani italiani, tutti tra i 18 e 28 anni, andati a lavorare nei parchi divertimento, ma poi rimasti bloccati in un Paese, alle prese con il virus, che ha chiuso di fatto i voli.


Stanchi dal viaggio, tutti rigorosamente con la mascherina, qualcuno ha preferito restare in silenzio, mentre altri hanno espresso la loro gioia.
In diversi c'è ancora la speranza, una volta conclusasi l'emergenza coronavirus, di poter riprendere quanto prima l'esperienza del Cultural Representative Program della Disney. «Finalmente ce l'abbiamo fatta a tornare in Italia - racconta un ragazzo lombardo - dopo un periodo complicato dove abbiamo cercato di trovare una soluzione per tornare a casa». Poi il volo organizzato dalla Farnesina ha sbloccato la situazione permettendo ai ragazzi di rientrare. «In Florida - ha proseguito - la situazione appare più tranquilla che in Italia, visto il racconto dei miei familiari dalla Lombardia: non essendo in centro città ma più in periferia, ci sentivamo più tranquilli». «È stato un viaggio lungo, dopo una fase difficile ma siamo riusciti tutti a tornare - è la testimonianza di un altro ragazzo, di Roma -. Sicuramente, tra i momenti complicati, dalla quarantena a casa, allo sfratto in una settimana. Siamo stati licenziati con una mail ma, subito il giorno dopo, siamo entrati in contatto con la nostra manager che, faccia a faccia, ci ha dato le motivazioni, garantendoci assistenza fino al 18 aprile, come ci avevano assicurato».
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