Coronavirus, Bertolaso contagiato: «Un incidente del mestiere»

Coronavirus, Bertolaso contagiato: «Un incidente del mestiere»
di Mario Ajello
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Mercoledì 25 Marzo 2020, 06:56 - Ultimo aggiornamento: 07:52

«Non drammatizzate, è solo un incidente di percorso. Ho contratto il Coronavirus ma non sto male. Giusto qualche linea di febbre». Guido Bertolaso conosceva la pericolosità della sua missione, fin da subito, cioè da quando ancora non era arrivato dal Sud Africa a Milano per impiantare l'ospedale anti-Covid19. E aveva messo in conto, raccontano alcuni suoi collaboratori a loro volta appena finiti in quarantena, che il bacillo potesse infettare anche lui. Ed è accaduto. Così l'ex capo della Protezione civile, risultato positivo al tampone, è il primo paziente dell'ospedale che sta costruendo alla vecchia fiera di Milano. E questo è il primo paradosso. Ma ce n'è un altro. Il medico arrivato per combattere il contagio - con tutta la sua esperienza, la sua sapienza, il suo afflato patriottico che fin dall'inizio ha voluto sottolineare twittando il tricolore - ora si trova a combatterlo non solo intorno a sé ma dentro di sé.

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L'OTTIMISMO
«Tranquilli, non ho altri sintomi a parte un po' di febbre, respiro bene e non sto a letto. Ma soprattutto, i lavori dell'ospedale vanno avanti e i tempi di consegna saranno rispettati. Il mio problema personale non blocca niente». E così, domenica, anche se lui non potrà direttamente presenziare all'evento, la struttura dell'ospedale sarà pronta, chiavi in mano. Sabato arriveranno i respiratori e il resto del materiale sanitario e già a partire dalla prossima settimana i primi malati, ma il primo già c'è, potranno usufruire di questa struttura e della terapia intensiva.
Insomma, non è tipo da adagiarsi nel letto Bertolaso. Lavora, coordina, decide via telefono e computer. E nel suo isolamento tutt'altro che remoto, lo chiamano tutti, da Conte a Arcuri e Borrelli, da Berlusconi a Salvini e a Meloni, da Zingaretti e a mezzo mondo. E a molti che si informano della sua salute, lui ripete lo slogan ormai famoso: «Andrà tutto bene». Il super-medico delle emergenze combatte anche la propria emergenza ma non le dà priorità: «Non preoccupatevi per me. Io sono abituato alle battaglie, e vincerò anche questa».

STAFF IN QUARANTENA
I suoi quattro collaboratori più stretti sono a loro volta in isolamento. Sente loro e sente tutti gli altri Bertolaso, anche chi sta lavorando per lui nelle Marche, dove è stato chiamato per creare un reparto di terapia intensiva sul modello di quello della fiera. E sarà stato proprio nelle Marche, dove si è recato lunedì, incontrando decine e decine di persone, che si è preso il virus nonostante la mascherina? Così si è subito cominciato a ipotizzare ieri e intanto il presidente della Regione Marche, Ceriscioli, che con lui ha passato buona parte di quella giornata, si è messo in quarantena e così il presidente del consiglio regionale e altri. Oppure: è quando Bertolaso è andato all'ospedale di Lodi, per capire bene la situazione, che il bacillo lo ha attaccato? E' più probabile che l'infezione gli sia arrivata in fiera, parlando con tutti, avendo mille contatti e scambiando continue parole, oppure nel palazzo della regione lombarda che l'ex capo della Protezione civile s'è infettato.

LE IPOTESI
E come sarebbe accaduta la trasmissione? Bertolaso non fa mistero di sentirci poco da un orecchio. E si avvicina ai suoi interlocutori per ascoltare bene quello che hanno da dire. Ecco, nonostante la mascherina e le altre precauzioni, se non c'è la distanza di sicurezza di almeno un metro il virus può attaccare. E questo può essere il motivo per cui ha attaccato Bertolaso. Il quale proprio l'altro giorno, venerdì scorso, ha compiuto settant'anni ma nessuna festa: giusto un goccio di prosecco con i collaboratori nel cantiere.
Ovviamente con il governatore Fontana, che pur essendo stato a stretto contatto con lui in questi giorni non è tornato in quarantena, si sentono continuamente. Ieri Bertolaso è anche andato a fare tutti gli accertamenti del caso al San Raffaele, dove la diagnosi Coronavirus è stata confermata ma in forma non aggressiva. Dunque, per ora è anche per lui - pur trovandosi fisicamente sul luogo di lavoro, ma in isolamento - smartworking. «Ma se c'è una cosa che non mi è mai mancata oltre alla salute - racconta Bertolaso ai più intimi - è l'ottimismo». Ed è convinto che, ancora una volta, in hoc signo vinces.

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