Coronavirus, a Bergamo nuova processione di bare. Appello dei medici: «Chiudere tutto»

Coronavirus, a Bergamo nuova processione di bare. Appello dei medici: «Chiudere tutto»
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Sabato 21 Marzo 2020, 20:37 - Ultimo aggiornamento: 22 Marzo, 01:33

Coronavirus, la nuova, straziante, processione di bare sui mezzi dell'Esercito; le foto di genitori e nonni scomparsi, senza nemmeno la consolazione di un addio, che riempiono i social; le drammatiche testimonianze dei medici in prima linea nella lotta all'epidemia e poi i numeri, che non accennano a diminuire, e che a loro volta non bastano a capire la gravità di quanto sta succedendo a Bergamo, dove - e lo dicono i sindaci - se ne sta andando una generazione intera. E i dati di oggi non danno tregua: Bergamo rimane la provincia più colpita, con 5869 contagiati, 715 più di ieri, seguita da Brescia, dove i Covid positivi sono 5028, in crescita di 380.

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La sensazione che non ci sia più tempo per le mezze misure è condivisa in entrambe le province. «È arrivato il momento di fermarci, ma per davvero. Confidiamo in voi»: è l'appello di 243 sindaci dei Comuni Bergamaschi, a partire da Giorgio Gori, inviato al Presidente del Consiglio Giuseppe Conte e al governatore lombardo Attilio Fontana. A Brescia, sono i medici a chiedere misure più rigide: «Le terapie intensive della Lombardia non hanno più posti. Il mio appello alle istituzioni è: chiudere tutto. Non si può continuare a far circolare le persone» dice Sergio Cattaneo, primario di cardiorianimazione degli Spedali Civili. Pensiero condiviso da Paolo Terragnoli, primario del pronto soccorso della Clinica Poliambulanza: «Aumentano sempre più i giovani contagiati. Ô finito il momento di uscire, bisogna stare a casa e va chiuso tutto».

Per ora, a Brescia, secondo il prefetto Attilio Visconti, «la gestione dei tanti morti non è critica» grazie all'intesa con la Diocesi che «sta permettendo di portare le salme nelle chiese dei paesi. Al momento non c'è necessità dell'intervento dell'Esercito». A Bergamo, invece, questa mattina una settantina di feretri sono stati caricati sui camion dell'esercito per essere trasferiti in altre zone del Nord, in particolare in Emilia Romagna, per la cremazione. Un nuovo, drammatico corteo, dopo quello del 18 marzo. Ad accogliere le salme, al cimitero di Ferrara, il sindaco Alan Fabbri: «è straziante davvero - dice condividendo il video dell'arrivo - immagini che non dimenticheremo facilmente».

Ma non bastano i dati ufficiali per capire cosa stia succedendo davvero nelle zone più colpite: a Zogno, comune della val Brembana con 8.800 abitanti, dal 22 febbraio si sono già registrati 78 morti. Ma, di questi, soltanto 20 erano ufficialmente malati di Covid-19. «Ho più di 100 pazienti che hanno sintomi da coronavirus a cui non viene fatto il tampone» dice il medico di famiglia di Alzano Lombardo Massimiliano Bellisario, raccontando il dramma di questi giorni: «stiamo vedendo morire i nostri pazienti, vediamo la sofferenza dei famigliari che hanno salutato i loro parenti saliti sull'ambulanza e non li hanno più rivisti».

 
 
 

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