Coronavirus, bambino di 20 giorni tra i 372 casi a Bergamo. Provincia a rischio, ipotesi zona rossa

Coronavirus, bambino di 20 giorni tra i 372 casi a Bergamo. Provincia a rischio, ipotesi zona rossa
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Martedì 3 Marzo 2020, 18:45 - Ultimo aggiornamento: 4 Marzo, 07:59

Coronavirus, c'è anche un neonato di appena 20 giorni tra i 372 contagiati della provincia di Bergamo che ha registrato nelle ultime ore un picco con 129 nuovi casi. Un dato che supera anche quello della zona rossa del lodigiano, fermo a più 98 casi mentre nell'intera regione sono ormai 1.520 le persone positive con 698 pazienti ospedalizzati, 167 in terapia intensiva, 461 in isolamento domiciliare. 55 i deceduti. Numeri che, spiega l'assessore regionale al Welfare Giulio Gallera, rivelano come «la patologia stia incrementando in maniera costante». 

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Bergamo, il neonato respira autonomamente

Il piccolo paziente, ricoverato all'ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo e risultato positivo al coronavirus «non è in una situazione particolarmente compromessa - ha spiegato l'assessore regionale al Welfare Giulio Gallera, durante la conferenza stampa in video collegamento per fare il punto sulla situazione del Coronavirus - è ricoverato in patologia neonatale, in isolamento. Respira autonomamente, è sotto osservazione ma non in una situazione particolarmente difficile». Se le notizie sulle condizioni del piccolo non sono preoccupanti, molto grave è invece la situazione nel bergamasco, in particolare nell'area tra i comuni di Alzano Lombardo e Nembro, alle porte della città. 

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Lo stesso sindaco di Nembro, Claudio Cancelli, il primo marzo ha pubblicato un video su Facebook per informare i concittadini della sua positività al virus. Si tratta della stessa zona di residenza del 71enne, positivo al virus, fuggito dall'ospedale Sant'Anna di Como per tornare a casa in taxi a Casnigo. Quest'area della provincia di Bergamo potrebbe diventare così la seconda zona rossa della Lombardia. «La crescita dei contagi in provincia di Bergamo impone una riflessione dei tecnici - spiega Gallera -. Se ci dicono che l'unico modo è di istituire un'altra zona rossa, ne prendiamo atto. A noi interessa la salute dei cittadini. È un dato oggettivo che in quell'area oggi il numero dei contagi è uno dei più alti. Abbiamo chiesto ai tecnici di fare valutazione e di suggerire interventi».

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Consola, parzialmente, la notizia che all'ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo sono stati dimessi, perché guariti, quattro pazienti che erano stati ricoverati una decina di giorni fa. «Abbiamo 26 malati di coronavirus a San Giovanni Bianco e 126 al Papa Giovanni - è stato spiegato durante una conferenza stampa dei medici - questo non significa che sono tutti in terapia intensiva che, al momento, ha 25 posti letto, con altri 12 in terapia subintensiva». I pazienti ricoverati sono di età «compresa tra i 50 e i 75 anni. Non abbiamo aumentato i letti, che sono e restano circa mille: abbiamo però liberato delle aree, soprattutto di Chirurgia e di Terapia intensiva. Una buona parte della capacità organizzativa dell'ospedale di Seriate, come da indicazione regionale, sarà dedicata ai nostri pazienti malati di coronavirus».

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