Coronavirus, per le scommesse lo stop continua: agenzie chiuse fino al 14 giugno

Coronavirus, per le scommesse lo stop continua: agenzie chiuse fino al 14 giugno
di Raffaele Alliegro
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Lunedì 18 Maggio 2020, 21:13 - Ultimo aggiornamento: 19 Maggio, 13:15

Le agenzie di scommesse restano ancora chiuse. Il nuovo decreto della presidenza del consiglio dei ministri stabilisce che potranno riaprire i battenti soltanto il 14 giugno. E la notizia non piace ai frequentatori e agli addetti ai lavori che parlano di un mercato delle scommesse piegato sotto i colpi del lockdown e della sospensione degli eventi sportivi. Lo scorso anno, tra aprile e metà giugno, sono stati incassati 2,5 miliardi: soldi che quest'anno non ci saranno a causa della pandemia. E a forte rischio sono anche gli incassi estivi che l'anno scorso ammontarono ad altri 2,5 miliardi.

La ripresa si prevede lentissima, tra campionati fermi, incertezze del calendario, ippica bloccata e difficoltà delle agenzie. Il direttore dell'Agenzia delle Dogane, Minenna, ha parlato di 6-9 mesi per la ripresa. I dati del resto confermano il crollo verticale del mercato. L'emergenza coronavirus ha praticamente azzerato, a causa della chiusura dei punti vendita di gioco in tutta Italia, la spesa delle scommesse sportive in agenzia. La sospensione di quasi tutti gli eventi sportivi ha poi portato a un crollo della spesa dell'online:sono stati giocati 20,9 milioni, con un calo del 57,6%. Ma se si sommano i due canali di raccolta, da marzo ad aprile la spesa delle scommesse ha registrato un calo del 72,2% (a marzo era stata di 75,3 milioni). Rispetto a febbraio, cioè l'ultimo mese di raccolta completa del gioco prima del lockdown, la spesa complessiva delle scommesse (in agenzia e online) è crollata addirittura dell'88,7%.
Una situazione mai vissuta prima nel mondo delle scommesse che ha fatto alzare le proteste del settore dell'ippica, uno dei più provati per l'emergenza. «La fase 2 entra nel vivo, ma per l'ippica non ci sono certezze sulla ripresa dell'attività agonistica», dice Elio Pautasso, presidente di Federippodromi: «Il provvedimento del governo non prevede il ritorno alle corse. Auspichiamo che l'attività agonistica riprenda al più presto. Gli ippodromi che si occupano anche dell'allenamento e dell'ospitalità dei cavalli non sono rimasti chiusi neppure un giorno, garantendo il benessere degli animali. Ma questo non può bastare. Per tutti noi, dagli allevatori agli allenatori fino ai proprietari e agli stessi gestori degli ippodromi, è necessario ricominciare a gareggiare, perché solo così si rimetterà in moto il settore e finalmente si potrà avere un po' di soddisfazione anche dal punto di vista economico e finanziario. Se non avverrà a breve, rischieremo di fermarci definitivamente. Concordiamo con il sottosegretario L'Abbate che ha annunciato su Facebook interventi strutturali. Da tempo chiediamo una riforma improntata sul sostegno al settore sotto forma di crediti di imposta e altre iniziative, visto che l'ippica era già in difficoltà prima della pandemia. Occorre però pensare alle priorità: dare immediatamente il via libera alle corse e magari subito dopo pensare alle riforme. Aspettare ancora ci farà correre il rischio di non riaprire vanificando così qualsiasi intento di riforma. Guardando a come stanno gestendo le stesse problematiche in Europa e nel resto del mondo non vediamo perché solo in Italia l'ippica debba essere penalizzata quando con la ripresa immediata e alcuni interventi mirati a breve termine, potrebbe tornare a funzionare come in passato».

Nei giorni scorsi, infatti, ha preso il via il progetto di riforma delle procedure dei pagamenti dei premi ippici, del ministero delle Politiche Agricole. L'obiettivo è quello di introdurre semplificazioni e processi informatizzati per «ridurre sensibilmente i tempi medi di lavorazione e di liquidazione dei premi relativi alle corse ippiche». I premi che oggi vengono pagati a 130-140 giorni in media, con il nuovo sistema dovrebbero essere incassati in 90-100 giorni. Dice il sottosegretario Giuseppe L'Abbate: «L'epidemia non ha bloccato il progetto di riforma che stiamo portando avanti. Sui pagamenti l'obiettivo è arrivare a pagare tutti entro 80 giorni, tenendo conto che almeno 34 giorni di questi sono propri di fasi incomprimibili, penso, ad esempio, alla registrazione dei decreti di impegno e di liquidazione e ai tempi tecnici di erogazione della Banca d'Italia».
Titolari e dipendenti abruzzesi delle agenzie scommesse, intanto, hanno annunciato per mercoledì 20 maggio una manifestazione di protesta a Pescara sotto la sede dell'assessorato regionale alle Attività produttive. «Non siamo invisibili, non siamo solo un bancomat per le casse dello Stato», dicono.

In Abruzzo sono complessivamente 2.308 le agenzie e i punti di raccolta dove lavorano 7.330 persone oltre a un indotto di 5mila dipendenti: a questi si aggiungono 1.380 tabaccai. Le sale scommesse sportive sono 310 per 930 occupati più un indotto di altri circa 400 dipendenti. «Gli invisibili scendono in piazza, lo Stato non ci ha citato in nessuna ordinanza per misure di sostegno, ma solo per una possibile, ulteriore tassazione che dovrebbe essere dello 0,3 per cento», protestano.

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