Cogoleto, saluto romano in aula nel giorno della memoria: a processo i consiglieri comunali

Accusati di violazione della legge mancino

Cogoleto, saluto romano in aula nel giorno della memoria: a processo consiglieri comunali
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Martedì 26 Luglio 2022, 13:03

Andranno a processo per violazione della legge Mancino, i consiglieri comunali di Cogoleto che il 27 gennaio del 2021, nel giorno della Memoria, votarono alcune delibere di seduta facendo il saluto fascista. La notizia è stata anticipata dall'edizione locale di Repubblica. Le immagini delle braccia tese di Valeria Amadei (Fratelli di Italia), Francesco Biamonti (Lega) e Mauro Siri (indipendente), tutti e tre della minoranza di centrodestra, fecero il giro del web e dei giornali. Il pubblico ministero Francesco Cardona Albini ha mandato nelle scorse settimane il decreto di citazione diretta a giudizio. Il processo inizierà a ottobre 2023.

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Il gesto

Dopo le polemiche i tre avevano sostenuto di aver alzato la mano per una votazione.

In Comune erano arrivate anche le forze dell'ordine, dopo che il sindaco Paolo Bruzzone aveva espresso su Facebook sdegno per l'accaduto, e i poliziotti avevano acquisito video e verbale dell'assemblea e ascoltato Bruzzone e l'operatore che aveva effettuato le riprese, primo ad accorgersi del gesto. Il caso era arrivato anche in prefettura, con l'avvio di un procedimento istruttorio sollecitato dalle opposizioni in consiglio regionale (Lista Sansa, Pd, Movimento 5 Stelle e Linea condivisa).

Il sindaco Bruzzone invece aveva inviato una relazione scritta sull'episodio al prefetto chiedendo di dichiarare la decadenza di tutti e tre i consiglieri. Siri (difeso dall'avvocato Alessandro Sola) ha affermato che aveva tenuto il braccio in quel modo per difficoltà a piegarlo. Biamonti e Amadei (assistiti dagli avvocati Giacomo Gardella e Mauro Frigerio) avevano spiegato che si era trattato di un «voto scomposto» e non «di salito romano. Per il pubblico ministero Cardona Albini quello dei tre consiglieri comunali è stato invece un disegno criminoso perché da consiglieri di minoranza compivano manifestazioni usuali ai gruppi aventi tra i propri scopi l'incitamento alla discriminazione, o alla violenza per motivi razziali, etnici, nazionali o religiosi».

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