Fase 2. Ecco i congiunti ai quali far visita, dai nonni ai coniugi: cosa c'è da sapere

Fase 2. Ecco i congiunti ai quali far visita, dai nonni ai coniugi: cosa c'è da sapere
3 Minuti di Lettura
Sabato 2 Maggio 2020, 16:42 - Ultimo aggiornamento: 18:10

Chi sono i congiunti? Sono iniziate le discussioni sul significato della parola “congiunti” in attesa che Palazzo Chigi dia qualche indicazione in più rispetto a quella scritta nel decreto, cosa che dovrebbe avvenire in serata sul sito del governo. Il decreto consente infatti “gli spostamenti per incontrare i congiunti”, facendo immediatamente sorgere la questione sul tipo di legami che definiscono questa categoria: familiari consanguinei, in linea retta e in linea orizzontale. E dunque: nonni, genitori, figli, nipoti, fratelli, sorelle, zie e cugini. 

Fase 2, cosa cambia da lunedì. Dall'autocertificazione a negozi e sport: nodo seconde case
Visite a Congiunti impazza sui social. E il sindaco ci scherza su: «Niente assembramenti»
Autocertificazione nella Fase 2, ecco come compilare il modulo: cosa cambia

All’articolo uno, il nuovo decreto in vigore dal 4 maggio dice: “Sono consentiti solo gli spostamenti motivati da comprovate esigenze lavorative o situazioni di necessità ovvero per motivi di salute e si considerano necessari gli spostamenti per incontrare congiunti, purché venga rispettato il divieto di assembramento e il distanziamento interpersonale di almeno un metro e vengano usate protezioni delle vie respiratorie”.

Dal punto di vista legale il termine congiunto è un po' ambiguo e lascia spazio a molte interpretazioni. Dal vocabolario Treccani, la parola “congiunto” (dal latino coniunctus) può avere la doppia valenza di aggettivo e sostantivo maschile. Congiunto, quindi, è anche sinonimo di parente, come sostantivo, che sempre nella Treccani è riferito a persona unita ad altra da vincolo di parentela (sia consanguineo, sia affine). Ma tra parenti e congiunti esiste anche una differenza. 

In ambito legale, il termine più usato è quello di “parenti”. A definire il termine parentela è il Codice civile (art. 74): “il vincolo tra le persone che discendono da uno stesso stipite, sia nel caso in cui la filiazione è avvenuta all’interno del matrimonio, sia nel caso in cui è avvenuta al di fuori di esso, sia nel caso in cui il figlio è adottivo”. Il decreto legge del 26 aprile, però, parla di “congiunti” e non di “parenti”. 

Il termine “congiunti”, quindi, includerebbe anche “parenti e affini, coniuge, conviventi, fidanzati stabili, affetti stabili”. «Congiunti è una formula un po’ ampia e generica. Per dire che, e lo preciseremo, non significa che si può andare dagli amici in casa altrui e fare delle feste. Si andranno a trovare persone con cui ci sono rapporti di parentela o ci sono stabili relazioni affettive», dice il premier Conte. In attesa di indicazioni più precise dal sito di Palazzo Chigi per chiarire ulteriori dubbi e dare una definizione certa in mano alle forze dell'ordine che dovranno far rispettare il provvedimento.

© RIPRODUZIONE RISERVATA