Premio Messaggero per i giovani Il preside del liceo Rossi: «Con la diversità siamo meno soli»

Premio Messaggero per i giovani Il preside del liceo Rossi: «Con la diversità siamo meno soli»
di Camilla Mozzetti
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Sabato 30 Gennaio 2021, 08:08 - Ultimo aggiornamento: 31 Gennaio, 00:39

Molti studenti sono entrati nel suo ufficio con una richiesta specifica: preside cerchi il modo di farci tornare a scuola perché altrimenti rischiamo di abbandonare tutto. È un istituto di confine il liceo Artistico Enzo Rossi. A due passi dalla fermata della metropolitana Santa Maria del Soccorso, zona Tiburtino III, copre un bacino di utenza molto vasto ma anche problematico. Gli studenti - 900 quelli iscritti - provengono «Da San Basilio, Casal Monastero, Casal Bruciato - spiega il preside Danilo Vicca - ci sono ragazzi anche di altre parti, Prenestino, Collatino anche l'area di piazza Bologna ed è chiaro che la pandemia ha comportato degli effetti». La necessità da un lato di trovare il modo di «combattere quella paura comprensibile nei confronti del virus - prosegue il dirigente - ma anche il bisogno di ripristinare il corretto modo di pensare la scuola quando ultimamente primeggia il suo perimetro: le distanze, le mascherine, le rime buccali». I ragazzi hanno «bisogno di ritrovarsi».


Preside Vicca, con la ripresa al 50% come ha trovato i ragazzi da un punto di vista emotivo?
«Affamati di scuola come tutti, anche durante il lockdown e con tutte le superiori in didattica a distanza al 100% abbiamo permesso ai ragazzi di frequentare una volta a settimana i laboratori. Il percorso da fare è molto lungo. Ci sono ragazzi che sono venuti in presidenza a dirmi: Preside mi permetta di venire tutti i giorni a scuola perché altrimenti al mattino non mi alzo e sono sicuro che alla fine lascio tutto. Ragazzi dunque che se non hanno la scuola come traino poi si disperdono. E poi ci sono ragazzi con famiglie fragili e importanti malattie che hanno bisogno di restare a casa. In tutto questo non è mai mancato il dialogo scolastico e l'ascolto delle famiglie».


E quanto è importante questo dialogo per una comunità inserita in un contesto socio-economico difficile?
«È fondamentale, i docenti rispondono continuamente ai ragazzi, sono continui i contatti via e-mail, per telefono, quando si registrano numerose assenze le famiglie vengono subito contattate, abbiamo fronteggiato i limiti della didattica a distanza per tutti quei ragazzi che erano impossibilitati ad avere i device per problemi socio-economici, il dialogo non è mai venuto meno anche se è molto difficile».


Proprio la didattica a distanza ha anche amplificato l'uso delle tecnologie per le interazioni sociali, i rapporti e a volte, come avrà notato, non sono mancati episodi incresciosi, a partire dagli ultimi casi di violenza scatenati da Tik-Tok. Cosa ne pensa?
«La pandemia ha destabilizzato tutti, c'è un'incertezza che condiziona qualsiasi decisione e comportamento.

Nel nostro caso specifico ad esempio per l'uso della didattica a distanza abbiamo deciso 40 minuti di lezioni sincrone e 20 minuti di stacco per permettere una necessaria disconnessione, per altro prevista dalla normativa sulla sicurezza. È venuto meno il senso di essere inseriti in un microcosmo che ha una sua routine, con ritmi e ruoli precisi e certamente per molti studenti questo è stato motivo di disorientamento e dispersione. Noi come scuola abbiano definito un e-policy e poi abbiamo molto investito nelle tematiche del contrasto al cyberbullismo».


In che modo?
«Abbiamo una figura dedicata che interviene su segnalazione di docenti e studenti e che interviene in quel gruppo classe dove c'è stato o c'è il rischio che possa esserci un episodio. L'aspetto fondamentale è che lavoriamo molto su questo: sulla prevenzione proprio per evitare episodi incresciosi».


Senso di disorientamento, perdita di ritmi e abitudini, spingono in parte i ragazzi all'isolamento. Il Messaggero ha bandito un concorso letterario Cosa è importante per me per richiamare l'attenzione dei giovani sui valori dell'oggi. Quanto sono importanti in questo frangente gli stimoli esterni?
«Gli stimoli esterni sono sempre utili a riscoprire anche un senso civile, il concorso lo è senz'altro. Noi come scuola poi abbiamo organizzato un progetto per realizzare un murale dedicato a Willy Monteiro. Tutto quello può servire a rilanciare senso civico, collaborazione, partecipazione attiva, rispetto e valorizzazione delle differenze è utile e va consolidato giorno per giorno».

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