Claudio Lasala, ucciso per un drink negato: presi due giovani

Barletta, il giovane accoltellato perché si era rifiutato di offrire da bere ai balordi. Presi un 18enne e un 20enne, accusati di omicidio aggravato dai futili motivi

Claudio Lasala, ucciso per un drink negato: presi due giovani
di Michela Allegri
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Martedì 2 Novembre 2021, 07:02 - Ultimo aggiornamento: 10:34

Una lite scaturita da un motivo banalissimo e culminata nell'atto più violento: Claudio Lasala, 24 anni, aspirante carabiniere, è stato ucciso a Barletta con una coltellata nella notte tra il 29 e il 30 ottobre, perché si sarebbe rifiutato di pagare da bere a un ragazzo. Ora, per quella morte, sono stati fermati due giovani: Michele Dibenedetto, 20 anni, e Ilyas Abid, 18 anni, ieri sono stati portati in carcere. Sono entrambi di Barletta e sono accusati di concorso in omicidio volontario aggravato dai futili motivi: dai primi accertamenti è emerso che avrebbero ucciso il ragazzo a causa del diverbio nato in un bar. A incastrare gli indagati, i filmati delle telecamere di sorveglianza, che li hanno immortalati nel momento dell'aggressione, prima della fuga a bordo di una moto.

LA LITE

Secondo l'accusa, il ventenne avrebbe iniziato a litigare con la vittima dentro al locale.

Lo scontro sarebbe iniziato a parole, con insulti, poi i due sarebbero passati alle mani: diversi testimoni parlano di una violenta colluttazione nel corso della quale la vittima e Dibenedetto si sarebbero colpiti a vicenda «ripetutamente con pugni, schiaffi e calci», si legge nell'imputazione formulata nel decreto di fermo dal procuratore di Trani, Renato Nitti, e dal sostituto Alessandro Pesce.

IL COLTELLO

Il litigio sarebbe proseguito all'esterno, in piazza Duomo, nel centro storico di Barletta. Lasala sarebbe stato raggiunto e aggredito da Dibenedetto e da Abid. Secondo gli inquirenti sarebbe stato il diciottenne a colpire Lasala: avrebbe preso un coltello dal bancone e lo avrebbe portato fuori, «incitato» dall'amico, sottolineano i magistrati. In strada, avrebbe usato l'arma per colpire il ventiquattrenne all'addome. Una ferita che non ha lasciato scampo alla vittima.

IL DECRETO

Nel decreto di fermo eseguito dai carabinieri su disposizione della Procura di Trani, emerge il movente della «violenta colluttazione»: i pm specificano che alla base dello scontro e dell'omicidio ci sarebbe un «diverbio pretestuoso insorto tra Dibenedetto e Lasala, legato alla pretesa del primo di farsi offrire da bere dal secondo».

 

I FILMATI

A incastrare gli indagati sono i filmati delle telecamere di videosorveglianza del locale - interne ed esterne - e di altri esercizi commerciali del quartiere: hanno immortalato il momenti del litigio e hanno anche registrato la sequenza dell'aggressione, dell'accoltellamento in piazza Duomo e la fuga degli indagati a bordo di una moto, subito dopo l'omicidio. Nei fotogrammi si vede l'inizio della colluttazione tra Dibenedetto e Lasala dopo un breve scambio di battute e qualche spintone. Poi si vede la prosecuzione dello scontro all'esterno, nella piazza di fronte al bar. Nel filmato si distinguono i due intenti a picchiarsi e il diciottenne, che aveva assistito a tutto il litigio, arrivare in soccorso dell'amico con il coltello e colpire il ventiquattrenne. Poi, la fuga dei due aggressori, prima a piedi, nelle stradine del centro storico, e poi in moto, mentre passanti e testimoni soccorrevano la vittima. I video, acquisiti subito dai carabinieri, sono stati fondamentali per identificare i due giovani che hanno inseguito Lasala fuori dal bar. La vittima, subito dopo l'aggressione, è stata portata in ospedale. Il ventiquattrenne non ce l'ha fatta: è morto a distanza di poche ore dal ricovero. L'autopsia sarà eseguita martedì nel Policlinico di Bari dal medico legale Francesco Introna.

LA FIACCOLATA

In onore di Lasala è stata organizzata una fiaccolata per le vie della città. In testa al corteo, uno foto del ventiquattrenne sorridente e uno striscione: «Nessuno ha il diritto di togliere la vita a qualcuno. Nessuno ha il diritto di strappare un figlio ai propri genitori e alla sua famiglia. Claudio sicuramente ora sarai in un mondo migliore, la tua voglia di vivere e il tuo sorriso rimarranno per sempre nei nostri cuori». Altri cartelli sono stati portati dalla folla: «Claudio è figlio di tutti», «Quando spegnete il sorriso di una persona ricordatevi di vergognarvi», «Barletta svegliati, chi è responsabile di tanta violenza? La vita non è Gomorra».

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