Claudio Anastasio, ecco il discorso di Mussolini del 1925 sul delitto Matteotti copiato dal manager dell'azienda 3-1

Il discorso è ritenuto dagli storici l'atto costitutivo del fascismo come regime autoritario

Claudio Anastasio, ecco il discorso di Mussolini del 1925 sul delitto Matteotti copiato dal manager dell'azienda 3-1
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Martedì 14 Marzo 2023, 11:23 - Ultimo aggiornamento: 12:14

Il discorso di Benito Mussolini del 3 gennaio 1925 (detto anche discorso di Mussolini sul delitto Matteotti) è il discorso pronunciato dal presidente del Consiglio dei ministri nel pomeriggio del 3 gennaio 1925 alla Camera dei deputati del Regno d'Italia, ed è considerato uno dei principali momenti di svolta che ha portato alla trasformazione del regime in dittatura. In questo discorso Mussolini si assunse "la responsabilità politica, morale e storica" di quanto era avvenuto in Italia negli ultimi mesi e specificamente del delitto Matteotti. Il discorso è ritenuto dagli storici l'atto costitutivo del fascismo come regime autoritario, come afferma anche Renzo De Felice, uno dei maggiori studiosi del fascismo.

Il manager che ha copiato il discorso

Come scrive La Repubblica, Il presidente della società 3-I, Claudio Anastasio, ha inviato ai componenti del Cda della società pubblica che gestisce i sistemi software di Inail, Inps e Istat, una mail con una citazione esplicita proprio di questo discorso di Benito Mussolini e per questo, oggi, si è dimesso. 

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Il contesto storico del 1925

Il discorso in Parlamento di Giacomo Matteotti del 30 maggio 1924 sui brogli elettorali, aveva creato grande disagio al governo Mussolini.

Il successivo omicidio del parlamentare fu attribuito dalle opposizioni, e da parte della stampa indipendente e dell'opinione pubblica, alla diretta o comunque connivente responsabilità dei vertici del fascismo. Nel mese di dicembre 1924, in una situazione di forti tensioni interne al Partito Fascista e al governo a causa di una discussa riforma dell'esercito, Mussolini propose una nuova legge elettorale che ripristinava il collegio uninominale, creando scompiglio tra l'opposizione e i partiti di maggioranza. Dato il contesto di instabilità del governo, e la minaccia della riforma elettorale che colpiva i partiti di massa socialisti e popolari, venne pubblicato dai capi dell'opposizione il memoriale di Cesare Rossi, che accusava e provava la complicità dei vertici del fascismo nel delitto Matteotti . Mussolini cercò di superare l'impasse in un discorso, tenuto il 3 gennaio 1925, con cui, assumendosi la responsabilità "morale" e non materiale dell'omicidio, tentò di chiudere la questione e risolvere la posizione difficile in cui si era venuto a trovare il Partito fascista.

 

Il discorso originale

«Signori! Il discorso che sto per pronunziare dinanzi a voi forse non potrà essere a rigore di termini classificato come un discorso parlamentare. Può darsi che alla fine qualcuno di voi trovi che questo discorso si riallaccia, sia pure traverso il varco del tempo trascorso, a quello che io pronunciai in questa stessa aula il 16 novembre. Un discorso di siffatto genere può condurre e può anche non condurre ad un voto politico. Si sappia ad ogni modo che io non cerco questo voto politico. Non lo desidero: ne ho avuti troppi. L’articolo 47 dello Statuto dice: «La Camera dei deputati ha il diritto di accusare i ministri del re e di tradurli dinanzi all’Alta corte di giustizia.» Domando formalmente se in questa Camera, o fuori di questa Camera, c’è qualcuno che si voglia valere dell’articolo 47. Il mio discorso sarà quindi chiarissimo, e tale da determinare una chiarificazione assoluta. Voi intendete che dopo aver lungamente camminato insieme con dei compagni di viaggio ai quali del resto andrebbe sempre la nostra gratitudine per quello che hanno fatto, è necessaria una sosta per vedere se la stessa strada con gli stessi compagni può essere ancora percorsa nell’avvenire. Sono io, o signori, che levo in quest’Aula l’accusa contro me stesso. Si è detto che io avrei fondato una Ceka Dove? Quando? In qual modo? Nessuno potrebbe dirlo. ...(omissis)

Ma poi, o signori, quali farfalle andiamo a cercare sotto l’arco di Tito?

Ebbene, io dichiaro qui, al cospetto di questa assemblea, ed al cospetto di tutto il popolo italiano, che assumo (io solo!) la responsabilità (politica! morale! storica!) di tutto quanto è avvenuto. Se le frasi più o meno storpiate bastano per impiccare un uomo, fuori il palo e fuori la corda! Se il Fascismo non è stato che olio di ricino e manganello e non invece una superba passione della migliore gioventù italiana, a me la colpa! Se il Fascismo è stato un’associazione a delinquere (omissis), a me la responsabilità di questo, perché questo clima storico, politico e morale io l’ho creato.

(omissis)...Ora io oso dire che il problema sarà risolto. Il Fascismo, Governo e Partito, è in piena efficienza. Signori, vi siete fatte delle illusioni! Voi avete creduto che il Fascismo fosse finito perché io lo comprimevo, che il Partito fosse morto perché io lo castigavo e poi avevo anche la crudeltà di dirlo. Se io la centesima parte dell’energia che ho messo a comprimerlo la mettessi a scatenarlo, oh, vedreste allora… Ma non ci sarà bisogno di questo, perché il Governo è abbastanza forte per stroncare in pieno e definitivamente la sedizione dell’Aventino. L’Italia, o signori, vuole la pace, vuole la tranquillità, vuole la calma laboriosa; gliela daremo con l’amore, se è possibile, o con la forza se sarà necessario. Voi state certi che nelle 48 ore successive al mio discorso, la situazione sarà chiarita su tutta l’area, come dicono. E tutti sappiamo che non è capriccio di persona, che non è libidine di governo, che non è passione ignobile, ma è soltanto amore sconfinato e possente per la Patria.»

Il discorso di Anastasio

I componenti del Cda di 3-I, la società pubblica che dovrebbe gestire il software di Inps, Istat e Inail, sono sobbalzati quando ieri mattina, aprendo la posta, hanno trovato questa mail del presidente Claudio Anastasio. Ecco cosa c'era scritto: «Ma poi, o signori, quali farfalle andiamo a cercare sotto l’arco di Tito? Ebbene, io dichiaro qui, al cospetto di Voi, ed al cospetto di tutto il governo italiano, che assumo (io solo!) la responsabilità di 3-I (politica! morale! storica!) di tutto quanto è avvenuto. Se le frasi più o meno storpiate bastano per impiccare un uomo, fuori il palo e fuori la corda! Se 3-I è stata una mia colpa, a me la responsabilità di questo, perché questo clima storico, politico e morale io l’ho alimentato nel mio ruolo».

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