Cieco dalla nascita si laurea in Storia con una tesi scritta in Braille, il sogno di Pasquale

103 su 110, la valutazione finale conseguita da Pasquale Ritenuto, neo dottore di Sulmona (L'Aquila), affetto da disabilità visiva

L'Aquila, cieco dalla nascita si laurea in Storia con una tesi scritta in Braille: il sogno di Pasquale
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Lunedì 1 Maggio 2023, 17:50 - Ultimo aggiornamento: 18:02

Determinazione e forza di volontà, le parole non scritte sulla corona d'alloro in capo a Pasquale Ritenuto, uno studente di 33 anni originario di Sulmona (L'Aquila), cieco da quando ha memoria: il ragazzo è riuscito a laurearsi, alla facoltà di Lettere dell'Università degli Studi dell'Aquila, con una tesi scritta in Braille. Lo stesso linguaggio che riempie le pagine dei suoi libri speciali, quelli su cui Pasquale ha studiato per anni, passando le dita sui simboli a puntini. 

Il traguardo

Non era affatto scontato raggiungere un simile traguardo, nella sua condizione di non vedente.

Il 33enne ci è riuscito anche con un ottimo punteggio: 103 su 110, la valutazione finale. «Questo risultato per me è motivo di orgoglio - il suo commento a caldo, felice come non mai di potersi chiamare Dottore - É stato un approccio piacevole perché amo la storia sin dai tempi della scuola primaria, mi è sempre piaciuto navigare nel medioevo».

Nel suo elaborato Pasquale ha infatti ricostruito, con dovizia di particolari, proprio la storia medievale della sua città natale, Sulmona, con l'aiuto del professor Amedeo Feniello, suo relatore. «Ringrazio tutti coloro che mi hanno supportato», ha concluso il neo Dottore, prima di stappare un meritato spumante, dedicando il titolo a chi condivide le stesse difficoltà. Con la speranza che la sua storia possa rappresentare una preziosa fonte di ispirazione, per loro, come per chiunque altro. 

L'Odissea verso la Laurea

Il percorso verso la Laurea, per Pasquale, è stato pieno di ostacoli. La cecità era soltanto il primo della lista. Nel 2019 il ragazzo aveva perso il padre. Quindi la madre Grazia, rimasta sola, a stento riusciva a pagargli gli studi universitari. Oltre alle tasse, c'erano i materiali didattici da tradurre in braille: 800 euro l'anno, solo considerando i testi più corposi. Per sostenere le spese, la famiglia aveva bisogno dell'aiuto del Comune di Sulmona. 

Dopo aver conseguito due 30 e un 27 agli esami del primo Anno Accademico, il sogno di Pasquale ha rischiare di finire chiuso in un cassetto, quando il municipio ha detto alla madre che non avevano più i fondi necessari per aiutare il ragazzo. Per fortuna, in Comune non tutti si sono arresi. In aiuto di Pasquale è corso l'allora assessore al Sociale, Pierino Fasciani. Quest'ultimo ha convinto il suo omonimo al Bilancio, Stefano Mariani, a destinare una parte dei fondi comunali alla famiglia dello studente. «Una faccenda troppo importante per restare irrisolta», l'aveva definita all'epoca dei fatti Fasciani. Quattro anni più tardi, è arrivato il lieto fine. 

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