Schiacciato da un'enorme fresa industriale. Christian Martinelli, un operaio di 49 anni, è morto questa mattina prima delle 10 all'interno di una fabbrica di Busto Arsizio (Varese), l'azienda Costruzioni Meccaniche Luigi Bandera spa. È un nuovo incidente mortale sul lavoro a tre giorni da quello che ha ucciso Luana D'Orazio, la 22enne inghiottita da un orditoio in provincia di Prato. Per l'uomo, trasportato d'urgenza in ospedale a Legnano in gravi condizioni, i medici non hanno potuto fare nulla.
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Le indagini
Omicidio colposo è il capo di imputazione con cui il pubblico ministero di Busto Susanna Molteni ha aperto l'inchiesta. Ma, al momento, le accuse rimangono contro ignoti.
La dinamica dell'incidente
Erano circa le 9.40 quando Christian, operaio specializzato e dipendente dell'azienda da oltre 20 anni, è rimasto incastrato nell'ingranaggio della macchina con un braccio, venendo trascinato fino alla schiena. Immediato l'allarme dato dai colleghi che hanno chiamato il 112. Sul posto sono intervenuti i soccorritori del 118, con un'auto medica e l'elisoccorso. Martinelli è però stato colpito da un arresto cardiaco e, appena arrivato all'ospedale di Legnano in elicottero, è morto. Sara, la moglie dell'operaio, è stata avvisata dal capoturno del marito ed è corsa inutilmente in Pronto soccorso convinta che suo marito avesse riportato una profonda lacerazione a un fianco, ma che se la sarebbe cavata. In tarda mattinata poi, si è presentata accompagnata dalla suocera sul luogo della tragedia, per poter ritirare gli effetti personali del lavoratore. «Si lamentava che fossero in pochi, forse non assumevano», ha raccontato ai giornalisti visibilmente provata, «della sicurezza non si è mai lamentato». Poi ha aggiunto: «i turni erano sì lunghi, ma per lui non era una cosa negativa, gli piaceva il suo lavoro». La donna è stata poi ricevuta all'interno dello stabilimento, ha parlato con i colleghi del marito e anche con i titolari dell'azienda. Con il passare delle ore il suo secondo dramma è stato trovare le parole per dire alle sue bambine che il papà non c'è più.
Morta sul lavoro a Prato, due indagati per il decesso di Luana
Un incidente che avviene il giorno in cui il Senato commemora Luana D'Orazio, la 22enne morta in un'incidente sul lavoro. «Invito l'Aula ad osservare un minuto di silenzio per unirci al dolore della famiglia di Luano D'Orazio una giovane lavoratrice mancata tragicamente mentre lavorava e per sottolineare con questo minuto di silenzio l'impegno del parlamento oggi e sempre per la tutela della sicurezza e della dignità del lavoro». Con queste parole della presidente di turno Anna Rossomando l'Assemblea di palazzo Madama commemora la ragazza morta nei giorni scorsi nel pratese mentre lavorava in un'azienda tessile.
Mobilitazione sindacale
Venerdì è prevista una mobilitazione sindacale, come spiegato da Rino Carlo Pezone, della segreteria Fiom Cgil di Varese, «per sensibilizzare l'opinione pubblica sul fatto che in subordine al protocollo Covid, per quanto importante, la sicurezza sul lavoro mancava ieri, manca oggi e mancherà domani». I sindacati, già oggi pomeriggio, hanno avuto un incontro con alcuni colleghi del lavoratore. «Poi incontreremo chi ha lavorato in passato proprio su quella macchina», ha aggiunto Pezone. «Cosa sia accaduto è ancora da capire - ha proseguito il sindacalista - gli standard di sicurezza di questa azienda sono seguiti sia dalle Rsu che dalla stessa dirigenza, ma qualcosa deve essere successo». Infine, ricordando la giovane mamma morta ieri in un analogo incidente a Prato, Pezone ha concluso: «si va al lavoro per lavorare e non per morire, stasera Christian non tornerà dalle sue figlie, come la giovanissima Luana, questo è ciò che resta».
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