«Ho più di un motivo per pensare che alcuni genitori abbiano mandato lì i figli volutamente, proprio per aggirare l'obbligo vaccinale», ha spiegato l'esponente del pd romagnolo. Lo scorso settembre, Pruccoli aveva segnalato un altro caso avvenuto in una scuola elementare, sempre nel riminese, dove una coppia di fratellini era stata costretta ad andare via perchè avevano un genitore immunodepresso e nonostante specifiche richieste non erano stati messi in una classe frequentata solo da bambini regolarmente vaccinati. «A quel punto, a malincuore - aveva raccontato Pruccoli - la famiglia è stata costretta a ritirare i due figli e a iscriverli in un'altra elementare in un comune vicino, ma comunque a chilometri da casa».
Adesso questo nuovo caso per il quale sono partite segnalazioni alle autorità competenti sulla regolarità della struttura aperta a settembre.
I gestori del centro dell'infanzia, che puntano molto su laboratori e camminate all'aria aperta, hanno sottolineato che sono stati accolti bimbi vaccinati e non vaccinati. Per la fascia dei piccoli dai tre ai sei anni, il governo non ha prorogato il periodo in cui basta l'autocertificazione. La nuova scadenza è stata fissata per marzo 2019. «Resta il fatto - ha rilevato Pruccoli - che in quella struttura vi sia una concentrazione di bimbi non vaccinati che lascia spazio a più di un dubbio... Per questo ho avviato alcune verifiche, per capire se il centro sia effettivamente in regola o meno». Questo posto funziona come un vero e proprio asilo: dal lunedì al venerdì, solo la mattina, e le famiglie pagano una retta mensile come contributo spese. «Il nostro è un progetto di educazione alla natura - spiegano i gestori interpellati dal 'Carlinò -. Non siamo una scuola per l'infanzia, pertanto riteniamo di non dover rispondere ai requisiti richiesti negli asili, compreso l'obbligo vaccinale. Tant'è che abbiamo accolto tutti: i bambini vaccinati e quelli che non lo sono. Non ci siamo nemmeno posti il problema di chi era in regola con l'obbligo vaccinale». E senza problemi ammettono che «parecchie famiglie con figli non vaccinati si sono rivolte a noi, anche solo per avere informazioni e capire come funziona la struttura. Poi alcune di loro hanno deciso di mandare i bimbi nelle scuole tradizionali, altre li hanno portati qui».
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