Cassolnovo (Pavia) - Concussione continuata, falso in atto pubblico, indebita induzione a dare o promettere utilità ed atti persecutori in danno di un collega. Ieri, 16 gennaio, al termine di una articolata attività d'indagine diretta dal Sostituto Procuratore Paolo Mazza, i Carabinieri della Sezione di Polizia Giudiziaria della Procura della Repubblica di Pavia, unitamente ai colleghi della Sezione Operativa della Compagnia Vigevano hanno dato esecuzione a due ordinanze applicative di misure cautelari personali degli arresti domiciliari, emesse dal GIP Presso il Tribunale di Pavia nei confronti del Comandante e del Vice Comandante della Polizia Locale del Comune di Cassolnovo, Mariagrazia Pietrapertosa, e di un sottoposto, e Luigi Critelli.
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Le indagini sono partite dalla denuncia sporta dalla madre di un adolescente presso gli uffici della Sezione di PG Carabinieri di Pavia, e si sono sviluppate con l'assunzione di testimonianze, con acquisizioni documentali e intercettazioni telefoniche.
La vicenda riguarda procedure, secondo la Procura della Repubblica, del tutto anomale ed arbitrarie adottate in relazione al fermo di due moto da cross, prive di targa e assicurazione e non abilitate a circolare per le vie cittadine: secondo la ricostruzione i due Pubblici ufficiali, abusando dei loro poteri, si sarebbero fatti consegnare le motociclette in assenza di qualsiasi formale contestazione relativa a violazioni del codice della strada e senza provvedere al sequestro amministrativo i veicoli sarebbero comunque stati trattenuti in comando.
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Le indagini
A quel punto i due Pubblici ufficiali avrebbero indicato ai possessori dei mezzi che, al fine di evitare atti a loro carico e conseguenti sanzioni pecuniarie e anche la confisca dei mezzi, avrebbero dovuto venderli a soggetti da loro indicati al prezzo da questi ultimi fissati, inferiore al loro valore reale.
Solo a seguito delle lamentele dei famigliari dei proprietari dei motoveicoli, che prima di sporgere denuncia in Procura si erano rivolti anche agli organi amministrativi del Comune, i veicoli sono stati restituiti ai legittimi possessori. Gli indagati hanno a quel punto provveduto a redigere ex post i verbali di contestazione e di fermo amministrativo dei due motoveicoli attestando fatti diversi da quelli realmente accaduti.
Inoltre i due indagati hanno poi redatto una relazione, indirizzata al Sindaco e al Segretario comunale di Cassolnovo, completamente discordante con quanto effettivamente accaduto nella realtà e finalizzata a fornire una versione di comodo, volta a giustificare le condotte illecite poste in essere dagli Ufficiali e dagli agenti di Polizia Locale.
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Atti persecutori verso un collega
Le indagini avviate hanno consentito di accertare ulteriori gravi condotte illecite da parte degli indagati, i quali in più occasioni hanno ordinato a un agente di annullare multe fatte a soggetti legati agli stessi per motivi professionali o di amicizia, modificando i verbali associandovi i dati di un altro veicolo, senza riuscirci. Il rifiuto del collega a eseguire gli ordini illegittimi aveva però prodotto condotte vessatorie e minacciose nei suoi confronti culminate con aggressioni verbali e anche fisiche, oltre che un trasferimento ad un altro ufficio comunale, tanto da costringere il malcapitato vigile all'assunzione di psicofarmaci per fronteggiare l'enorme stato di stress subìto.