Caso Orlandi, domani prime verità sulle ossa. L'esperto: test infallibili

Caso Orlandi, domani prime verità sulle ossa. L'esperto: test infallibili
di Sara Menafra
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Domenica 4 Novembre 2018, 10:16 - Ultimo aggiornamento: 17:28
Il primo risultato importante per capire se gli scheletri trovati nella sede della Nunziatura possano essere collegati a Emanuela Orlandi e Mirella Gregori, le due ragazze scomparse nel 1983, è atteso per domani mattina. I periti hanno dato indicazione che già a inizio settimana, infatti, l'analisi esterna delle ossa permetterà di definirne definitivamente il sesso, anche se fin dal primo momento in molti si sono sbilanciati ufficiosamente parlando, nel caso dello scheletro completo, di una donna, anzi di una ragazza. In ogni caso, assicura Vittorio Fineschi, ordinario di medicina legale alla Sapienza che ha collaborato a parecchie delle principali indagini penali degli ultimi anni, gli accertamenti sul dna non lasceranno spazio ai dubbi: «Le attuali tecniche scientifiche, permettono di stabilire con certezza di chi parliamo e le possibili cause della morte. Soprattutto nel caso delle due ragazze, Emanuela Orlandi e Mirella Gregori, che hanno ancora parenti stretti in vita, la comparazione può arrivare ad una certezza del 99,9% periodico, quello che scientificamente consideriamo certo». Il professore della Sapienza aggiunge anche che l'età delle ossa è un problema relativamente importante: «Quello che più conta è lo stato di conservazione dei resti, ma in questo caso non credo ci siano grandi problemi, teniamo sempre presente che oggi si fanno analisi su ossa preistoriche e medioevali. Io stesso, recentemente, ho analizzato le ossa di San Fortunato, un santo del 600 di cui si avevano pochissime notizie, per verificare se quelle conservate fossero compatibili con l'epoca della presunta morte».

LA RISTRUTTURAZIONE
Intanto, la procura di Roma sta analizzando tutti i documenti legati ai lavori di ristrutturazione effettuati negli ultimi decenni: proprio questi atti serviranno per risalire alle ditte che hanno operato negli anni 80 nella villetta. Le carte custodite negli uffici dell'Apsa, l'Ente che gestisce gli immobili del Vaticano, e presso il Governatorato, sono state consegnate alla polizia grazie al principio di collaborazione instaurato con la magistratura capitolina. Senza questa intesa, i tempi avrebbero dovuto essere molto più lunghi, perché ci sarebbe voluta una rogatoria per ottenere i registri. Tra i documenti all'attenzione del procuratore aggiunto Francesco Caporale e del sostituto Francesco Dall'Olio, ci sono anche quelli relativi a tutti gli inquilini dell'ambasciata della Santa Sede a Roma e, in particolare, chi ha alloggiato nella dependance dove è stata fatta la scoperta. Non si fermano neppure le accuse sulle recenti inchieste finite senza risposta. Nei giorni scorsi, proprio dalle pagine del Messaggero, Pietro, il fratello di Emanuela, ha ipotizzato che negli anni scorsi ci sia stato un accordo tra il Vaticano e gli inquirenti per interrompere le inchieste. Ma le recenti verifiche su quei fatti non hanno portato a nulla anzi, nei giorni scorsi, piazzale Clodio ha chiesto l'archiviazione anche per un membro della gendarmeria, Raul Bonarelli, accusato di aver nascosto ai pm dettagli importanti sul caso Orlandi.
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