Charlotte Angie voleva trasferirsi dal figlio. I giudici svelano il piano omicida di Davide Fontana

Charlotte Angie voleva trasferirsi dal figlio. I giudici svelano il piano omicida di Davide Fontana
di Claudia Guasco
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Venerdì 1 Aprile 2022, 09:03 - Ultimo aggiornamento: 2 Aprile, 12:37

Carol Maltesi è morta perché si fidava del suo assassino, ma soprattutto perché era una ragazza libera. E quel gioco erotico finito male senza un perché, come ha raccontato Davide Fontana nel suo primo interrogatorio, invece altro non era che l'occasione giusta per ucciderla.

Carol Maltesi, il killer si spacciava per lei. L'ex compagno: «Rifiutò la videochiamata con il figlio, mi sono insospettito»


LA SEPARAZIONE
Di lei il bancario in carcere per omicidio, distruzione e occultamento di cadavere si diceva «follemente innamorato», tanto da sopportare che «intrattenesse relazioni anche con uomini diversi».

A patto che non lo lasciasse: «Non poteva assolutamente accettare che se ne andasse lontano, abbandonandolo. E così, le toglieva barbaramente la vita, durante un gioco erotico che avevano concordato, approfittando della evidentemente incondizionata fiducia che la giovane riponeva in lui tanto da farsi legare, imbavagliare ed incappucciare, rendendosi inerme nelle sue mani», scrive il gip di Brescia Angela Corvi nel decreto di convalida del fermo. Charlotte Angie, come la conoscevano i suoi seguaci su Olyfan, aveva 26 anni, mamma di un bimbo di sei, ed era «solo colpevole di voler seguire i propri progetti e aspirazioni lontano dall'indagato», sottolinea il giudice. La ragazza e il bancario si conoscono nell'autunno del 2020 sui social, lui lascia la moglie e si lega a Carol, scattandole foto e accompagnandola nei locali dove si esibiva. Lo scorso agosto Fontana si trasferisce a Rescaldina, nell'appartamento a due porte di distanza da casa della giovane da cui entra ed esce in mutande, come ricorda la vicina, poi tra dicembre e inizio anno la situazione precipita. Carol lo mette al corrente dei suoi piani: vuole tornare a Verona, dove abita l'ex compagno che ha in affido il figlio Carlos, e lavorare a Praga. Per Fontana «la notizia è un vero e proprio choc - rileva il gip - Non può accettare di vivere senza la ragazza che per lui era tutto». Così, mentre stanno girando il video hard le cui modalità, compreso il nastro adesivo nero sulla bocca, «erano state pienamente e liberamente concordate, nel momento in cui si è ritrovato il martello in mano ha pensato che l'avrebbe persa». Comincia dalle gambe, poi sempre più forte fino al capo, «lei muoveva la testa», il bancario «non sa se per via dei colpi o per altra ragione». Lei è legata a un palo per la lap dance ed è incappucciata, quando Fontana solleva il sacchetto Carol non respira più. «Poi però vede che fa uno scatto con una gamba e dice che per evitare di farla soffrire le taglia la gola con un coltello preso dalla cucina». Che questo gesto, ossia lo sgozzamento, possa essere ritenuto dal bancario un «atto di pietà» secondo il giudice «appare davvero inverosimile». Anche perché dal 10 gennaio, giorno in cui uccide Carol, al 20 marzo, quando i resti vengono ritrovati in quattro sacchi della spazzatura in un dirupo a Bormo, la vita di Fontana è una gigantesca menzogna. Impiega tre giorni per smembrare il cadavere, cerca di asportare i tatuaggi e sfigurarle il volto per rendere la sua vittima irriconoscibile. Ripulisce l'appartamento di Carol con spugne e stracci, uno spazzolone e un aspirapolvere, ordina online delle tende scure, un braciere che non usa e restituisce, un congelatore a pozzetto nel quale mette i resti. Cambia più volte i sacchetti, si sbarazza dell'accetta e del seghetto a Legnano, butta le chiavi dell'appartamento di lei in un tombino. Ma tiene il cellulare, con il quale risponde ai fan che contattano Carol, ai genitori e all'ex compagno, a un'amica preoccupata. «Si tratta di azioni che mostrano in maniera assolutamente lampante la ferma, pervicace, inamovibile volontà dell'indagato di evitare le conseguenze delle sue gravissime azioni», rimarca il gip.

 


INDOMITA FEROCIA
Non solo. «Davvero macroscopico» è il rischio che possa uccidere ancora, la «bestiale violenza» con cui ha massacrato Carol e la «totale mancanza di ogni senso di umana compassione» sono il segno di «indomita ferocia ed estrema pericolosità». L'assenza di «qualsiasi scrupolo morale», aggiunge il giudice, emerge anche dai progetti elaborati per disfarsi del corpo di Carol, con sopralluoghi in località isolate compiuti sempre a bordo dell'auto della ragazza. A Vararo, vicino al Lago Maggiore, affitta per qualche giorno un appartamento «per rendersi conto della logistica», porta con sé i sacchi è cerca di dar fuoco ai resti nella zona barbecue, con alcol e benzina, senza riuscirci. Uno scempio, eppure Fontana trova il tempo di recensire l'abitazione. Descrivendola come «un luogo magico immerso nella natura per trascorrere del tempo in totale relax, pieno di dettagli di ottimo gusto per vivere un soggiorno di qualità».

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