Carabiniere chiude il superiore in una stanza e lo picchia: choc in caserma a Cosenza

Carabiniere chiude il superiore in una stanza e lo picchia: choc in caserma a Cosenza
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Sabato 11 Gennaio 2020, 19:26
Una reazione violenta, sproporzionata, che si fatica a capire da che cosa sia stata effettivamente generata: è difficile dare una spiegazione a quanto accaduto all'interno dell'ufficio del comandante della Compagnia carabinieri di Cosenza, dove un sottufficiale, il maresciallo che comanda la Stazione di Carolei, Ivan Pucci, ieri sera ha chiuso a chiave la porta ed ha aggredito il suo superiore, il capitano Giuseppe Merola, procurandogli lesioni giudicate guaribili in 30 giorni. Sulla vicenda c'è il massimo riserbo da parte dell'Arma, ma alcuni particolari sono trapelati.

Pucci era stato convocato a Cosenza perché doveva essergli notificato l'ordine di trasferimento in un'altra caserma del cosentino, a Corigliano Rossano. Una decisione che ha scatenato in lui una furia selvaggia. Il sottufficiale prima ha chiuso a chiave la porta dell'ufficio, poi l'ha gettata dalla finestra per impedire che il suo superiore potesse scappare. Quindi è iniziata l'aggressione con calci e pugni. Il capitano Merola, di fronte a una tale violenza, è stato colto di sorpresa e non ha potuto reagire.

Le grida dell'ufficiale sono state sentite dai militari in servizio in caserma che sono subito accorsi, trovando però la porta chiusa. Per riuscire ad entrare l'hanno dovuta sfondare. Una volta dentro hanno bloccato il maresciallo ed hanno prestato le prime cure al capitano, che poi è stato portato in ospedale per le cure del caso. Per il maresciallo Pucci, invece, è scattato l'arresto in flagranza per lesioni e sequestro di persona per avere privato della libertà il suo superiore impedendogli di uscire dall'ufficio.

Dopo le formalità, Pucci è stato condotto agli arresti nella sua abitazione.
Ed è qui che stamani ha ingerito alcune pillole, non è chiaro a che scopo, che ne hanno provocato l'immediato trasferimento in ospedale. Le sue condizioni, comunque, non destano preoccupazioni. Adesso saranno i suoi colleghi di Cosenza a dover chiarire il perché di tale violenza nei confronti del capitano Merola.
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