Alluvione, “Romagna mia" diventa l'inno della riscossa. La figlia di Casadei: «Brividi e orgoglio»

Carolina Casadei: «Siamo alle prese con una tragedia immane, ma il fatto che la gente canti mentre lavora dà un’emozione incredibile»

Gli angeli del fango cantano "Romagna mia" di Raoul Casadei
di Simona Antonucci
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Domenica 21 Maggio 2023, 16:37

“Romagna mia, Romagna in fiore... Tu sei la stella, tu sei l’amore...”. Cantano “Romagna mia” mentre spalano il fango, i volontari nelle zone alluvionate. E il commovente video è diventato virale. Uomini e donne, giovani e meno giovani: sono i volontari che si sono già messi al lavoro, intonando una canzone simbolo della loro terra. Immagini che arrivano da Cesena e che valgono più di mille discorsi per spiegare con quale spirito gli abitanti della Romagna stanno rialzando la testa.

I FIGLI

«Brividi... brividi e orgoglio romagnolo», commenta Carolina Casadei, figlia di Raoul Casadei, dopo aver visto e sentito tanti giovani cantare uno dei brani cult di suo papà mentre raccolgono l’acqua dai locali e dalle strade colpite dall’alluvione che si è abbattuta sulla Regione. «La melodia di “Romagna Mia” è diventata il canto di sostegno delle persone che in queste ore stanno lavorando per uscire dall’emergenza, e questo non può che riempirmi di commozione e orgoglio», aggiunge Mirko, figlio del Re del Liscio che ha già organizzato una spedizione di viveri da Montecatini. In tour per promuovere il suo libro, “Il figlio del Re”, dedicato al padre, anima e corpo del liscio romagnolo, Casadei jr. abbraccia a distanza la “sua” Romagna e annuncia: «Con la Regione faremo un grande concerto per la raccolta fondi, quando tutto sarà finito, per dare una mano e comunicare la voglia di ripartire dei romagnoli».

GIANNA NANNINI

Intona “Romagna mia” anche Gianna Nannini che dedica agli alluvionati un piccolo show improvvisato, in coro con i passanti. Una canzona diventata simbolo del riscatto, mentre resta altissimo il pericolo frane, con 622 strade chiuse, quattromila gli interventi dei vigili del fuoco e 26.324 evacuati in un’area disastrata che coinvolge almeno cento Comuni. «Abbiamo un ristorante a Cesenatico, abbiamo avuto danni ma oggi siamo chiusi per andare ad aiutare i nostri amici di Cesena che sono stati colpiti più di noi: questo è il vero animo romagnolo», aggiunge Carolina che tiene a ricordare le parole scritte da Raoul Casadei nelle ultime righe della sua autobiografia, “Bastava un grillo”, dove afferma: «La nostra musica ha un segreto, che poi è quello della nostra gente: ha i piedi ben piantati a terra.

E quando il vento soffia forte, può sbattere e inclinarsi ma rimane sempre salda e, soprattutto, sa ridere del vento».

BRUCE SPRINGSTEEN

E proprio «questo è il bello dei romagnoli», spiega l’altra figlia, Mirna Casadei, «ridono del vento, trovano sempre il lato positivo, la parte bella anche nei guai. Una dote innata di chi ama godere la vita lasciando sempre aperto il cuore. Per questo tiene botta: sa ridere del vento!». Riprende Carolina: «Siamo alle prese con una tragedia immane, ma il fatto che la gente canti mentre lavora dà un’emozione incredibile. Meno bello è vedere che nonostante tutto si faccia il concerto di Bruce Springsteen a Ferrara, con gente che ride e balla in un momento così brutto: penso a chi vede quelle immagini in diretta mentre sta in mezzo a una strada perché ha perso tutto... Invece è meravigliosa la sensazione nel sentire le note di “Romagna mia” cantate con il sorriso dalla gente che aiuta altra gente in questa difficoltà. Tanti romagnoli che hanno scritto in un cartello di non chiamarli “angeli del fango” ma in dialetto “chi burdel del paciug”, quei ragazzi del fango...».

MIRKO CASADEI

Mirko è già al lavoro per un evento in sostegno delle zone alluvionate. «Ho già avuto un confronto informale con le istituzioni e ce lo siamo detti: organizzeremo qualcosa di grande, qualcosa di significativo, qualcosa di potente come l’evento che ci fu in Emilia dopo il terremoto. Io mi propongo come “resident” qui perché qui siamo di casa. E sono disponibile a chiamare e a fare da megafono per tutti gli altri artisti del panorama musicale. Lo faremo ne sono certo. Ora però i riflettori devono restare accesi su tutta questa marea di ragazzi che da ogni angolo della Romagna e non solo stanno arrivando per spalare immersi nel fango e aiutarci a rialzarsi». Decine di ragazzi che si fanno forza cantando. «Ho visto e sentito», continua Mirko, «hanno cantato Romagna Mia e Romagna Capitale. Mi sono emozionato come poche volte nella vita. Ho capito ancora una volta la forza di questa terra e la forza della nostra musica e del liscio. Ne sono orgoglioso».

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