Camorra, indagato senatore Cesaro: la scalata di "Giggino a Purpetta" tra politica e liti con il congiuntivo

Camorra, indagato senatore Cesaro: la scalata di "Giggino a Purpetta" tra politica e liti con il congiuntivo
di Mario Ajello
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Mercoledì 10 Giugno 2020, 06:51 - Ultimo aggiornamento: 08:38

Il terremoto di Sant'Antimo ha come epicentro la royal family. Qui, nel paesone a Nord di Napoli, nel casertano profondo e ormai da troppo tempo ferito nel paesaggio, nella vivibilità, nella legalità, lì dove (per dirla con Italo Calvino ci si cala nell'inferno di palazzacci e speculazione «per farne parte al punto di non vederlo più», i Cesaro sono tutto. Padroni riveriti. Parte del paesaggio inamovibile. Al punto che, come massimo segno di celebrità ma anche di potere, il più in vista dei quattro fratelli - ossia il senatore Luigi che è ancora in libertà mentre Antimo è in carcere e Aniello e Raffaele sono ai domiciliari - si è meritato l'imitazione da parte di due delle massime star della comicità.

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C'è Crozza che fa la parodia di Luigi, supercampione della caccia al voto, gran raccoglitore di consensi targati Forza Italia fino a renderlo il signorotto del partito in Campania, e la fa così: «Nun song' io ch'aggio vutato comm'a lloro, so' chilli ch'hanno vutato comm' a mme!». E l'altro comico, il governatore De Luca, è quello che di Cesaro dice così: «E' in guerra da decenni con la grammatica e la sintassi, è uno sterminatore di congiuntivi. Ed anche un individuo che con espressione mitico-allegorica viene chiamato Giggino a Purpetta». Ecco, gli svarioni dell'esponente più famoso della Cesaro Family sono entranti nella leggenda della politica nazionale. Da presidente della Provincia di Napoli (ma è stato anche più volte deputato e coordinatore napoletano del Pdl e di Forza Italia), Giggino confuse Marchionne, l'ad della Fiat, con Melchiorre, uno dei tre re Magi; oppure ha espresso un «tic tac» al posto di un diktat. Le sue scivolate linguistiche sono cliccatissime dai frequentatori di Youtube e buon per lui.
 



Quanto al proverbiale soprannome. Le versioni sulla sua origine sono due. La prima: purpetta cioè polpetta in quanto il tipo è fisicamente rotondo (mentre il figlio Armando, a sua volta big forzista in regione, è più slanciato ma terminologicamente è apparentato al genitore e lo chiamano Purpetiella, piccola polpetta). La seconda versione è quella che però più piace agli amanti del genere noir che narrano: Cesaro viene detto a Purpetta perché, ad ogni appalto vociferato era solito pronunciarsi elegantemente: «E a purpett' pe' me nun jesce?». Chissà se è vero.

IL CONTESTO
Ma non vivono in un contesto tranquillo, e forse non hanno contribuito a migliorarlo, i Cesaro. In quella terra dove le famiglie Verde (con il capo Francesco detto O negus) e Puca (con il boss Pasquale) si sono sempre spartiti potere e territorio tra alleanze e guerre. E non c'è dubbio che una storia giudiziariamente accidentata abbiano avuto i Cesaro, tra inchieste, arresti, condanne in primo grado (proprio a Giggino) ma non in secondo né in Cassazione (grazie al giudice Carnevale, soprannominato «l'Ammazzasentenze»).
Da Cesaroland partì l'avventura politica del Purpetta, che è un tipo di poche parole che si muove felpatamente da professionista della politica a modo suo, socialista nell'animo e infatti nel ventennale della morte di Craxi nel gennaio scorso era ad Hammamet con tutti gli altri, molto rispettato tra i berlusconiani per la sua forza elettorale e quando il Cavaliere nel marzo del 2006 andò a Sant'Antimo fu celebrato come un sovrano nella sala della polisportiva e il suo vicerè Giggino ha toccato per l'ennesima volta con mano tutto il proprio potere e la devozione del popolo. Ma c'è anche una parte di Forza Italia che ha sempre mal sopportato lo stile della Purpetta e la sua macchina del consenso già pronta anche per la prossima tornate delle elezioni amministrative di settembre in Campania. E comunque in questi anni giggini i suoi fratelli Antimo, Aniello e Raffaele, hanno continuato a fare affari soprattutto nel campo della sanità privata e convenzionata con il Servizio sanitario nazionale. E' del resto tutto sdrucciolevole e scivoloso il terreno di Cesaroland, che è terra di mozzarelle ma piovono polpette.

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