Italia, calo demografico è galoppante: dopo 20 anni in diminuzione anche gli stranieri

Il dossier Statistico Immigrazione a cura di IDOS

Italia, calo demografico è galoppante: dopo 20 anni in diminuzione anche gli stranieri
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Mercoledì 13 Ottobre 2021, 14:42 - Ultimo aggiornamento: 14 Ottobre, 10:27

In Italia dove si registra un drammatico declino demografico da almeno sei anni, sono in calo anche gli immigrati. Dopo 20 anni di crescita ininterrotta, anche a causa della pandemia si registra una diminuzione della presenza straniera, che non compensa più il saldo demografico naturale del Paese. Così s riducono sia i residenti che la forza lavoro, il cui tasso di occupazione diventa inferiore a quello degli italiani. E' quanto emerge dal 31esimo dossier Statistico Immigrazione a cura di IDOS, in collaborazione con Confronti e Istituto di Studi Politici “S. Pio V”.

Italia, calo demografico è galoppante

I numeri non offrono grandi scappatoie e sono piuttosto eloquenti. Nel 2020 si è registrata, per la prima volta da 20 anni a questa parte, anche il calo più alto della popolazione straniera. In un solo anno il Paese ha perso in tutto quasi 200mila abitanti e i residenti stranieri sono diminuiti di 26.422 unità (-0,5%), attestandosi sui 5.013.215. Sembrano quindi superati i tempi in cui la popolazione straniera residente compensava i saldi naturali negativi degli italiani.
 
Il calo dei residenti stranieri è l’esito di diverse voci del bilancio demografico del 2020: iscrizioni all’anagrafe di stranieri arrivati direttamente dall’estero, cancellazioni di stranieri che hanno lasciato l’Italia per l’estero, cancellazioni effettuate d’ufficio per irreperibilità o perdita dei requisiti, acquisizioni di cittadinanza italiana da parte di stranieri, nascite e decessi registrati nell’anno. 
 
A causa delle chiusure dovute alle misure di contenimento della pandemia, le iscrizioni dall’estero(177.304) di residenti stranieri calano di un terzo (-33,0%) rispetto al 2019 e di poco meno (-30,6%) rispetto alla media degli ultimi 5 anni. Quasi dimezzati anche gli stranieri cancellati per l’estero(29.682): il 48,4% in meno del 2019. La differenza tra stranieri iscritti dall’estero e stranieri cancellati per l’estero (saldo migratorio estero) è quindi positiva (+147.622), ma più bassa di circa 58mila unità rispetto al 2019.
 
Guardando alla differenza tra nati e morti, l’Italia registra, anche a causa della pandemia, uni incremento della mortalità che porta a un saldo naturale della popolazione totale negativo per 342.042 unità: la componente italiana perde, tra nati e morti, 392.108 persone, mentre quella straniera, grazie alle nascite, aumenta di 50.066. Gli stranieri, per la loro più giovane età, hanno patito meno gli effetti letali della pandemia ma, nonostante ciò, la loro mortalità è cresciuta in un anno del 25,5% (1.892 decessi in più del 2019) e registra l’incremento maggiore nel Nord-Ovest (+36,0%), più colpito dalla diffusione del virus.   
 
Nel mercato del lavoro, la pandemia ha prodotto un eccezionale calo dell’occupazione complessiva(in tutto 456mila lavoratori in meno: -2,0%) e, parallelamente, una forte riduzione della disoccupazione (-271mila: -10,5%). Due fenomeni in apparenza contrastanti, ma da leggere insieme all’aumento dell’inattività (ossia di chi non ha e non cerca lavoro): pandemia, restrizioni per il contrasto della diffusione del virus e chiusura di molte attività durante i lockdown, hanno fortemente scoraggiato la ricerca del lavoro anche tra gli stranieri. 

 

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