Caldo, Mediterraneo a luglio 5° più caldo sulla media: ecco perché è a rischio tropicalizzazione

Un monitoraggio delle acque del bacino europeo

Caldo, Mediterraneo a luglio 5° più caldo sulla media: ecco perché è a rischio tropicalizzazione
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Giovedì 28 Luglio 2022, 12:07 - Ultimo aggiornamento: 12:15

Il caldo record abbattutosi sul vecchio continente negli ultimi mesi ha inciso gravemente su tutto l'ecosistema. Dai continui incendi su tutto il bacino del sud Europa, fino allo scioglimento delle cime montuose, vedasi Marmolada, passando per la siccità anomala dei corsi d'acqua. Adesso la bolla di calore ha mandato letteralmente in ebollizione le acque del Mar Mediterraneo.

 

Secondo il servizio di monitoraggio dell'ambiente marino di Copernicus (CMEMS), stando agli ultimi dati raccolti il 22 luglio, le acque del Mar Mediterraneo avrebbero raggiunto temperature anomale «fino a +5° lungo le coste della Francia e dell'Italia»L'ultima volta in cui erano stati raggiunti simili picchi è stato 2003, fino a oggi considerato l'anno più caldo per il Mediterraneo, allora l'aumento delle temperature fu di 3 gradi.

Per avere un dato complessivo relativo al 2022 occorrerà comunque attendere la fine dell'anno. Tutto questo potrebbe portare l'aumento della temperatura a un livello tale da innescare un vero e proprio processo di "tropicalizzazione" del Mediterraneo.

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Come cambia l'eco sistema marititmo

Su questo fenome ha parlato, Stefano Goffredo, professore del Dipartimento di Scienze Biologiche, Geologiche e Ambientali dell'Università di Bologna, che spiega: «La prima grave conseguenza è il rischio di veder arrivare nelle nostre acque "specie aliene" proveniente dal Mar Rosso e dall'Oceano indiano, attraverso il Canale di Suez. Si chiamano specie aliene perché vengono introdotte in nuovi ambienti dall'uomo», ha aggiunto il professor Goffredo. 

Poi continua: «Accanto alla tropicalizzazione, esiste un altro fenomeno migratorio: la meridionalizzazione del Mediterraneo. In questo caso le specie marine che vivono nel Sud del Mediterraneo si spostano verso il Nord, raggiungendo ad esempio le acque liguri o, dall'altro lato, verso l'Adriatico settentrionale».

«Un'altra conseguenza del caldo è la comparsa nei mari italiani di meduse dal mar Rosso. Il suo nome scientifico è rhopilema nomadica e popola le acque che bagnano le coste italiane già da tempo. Quando sono arrivate dal Mar Rosso abbiamo assistito a un'esplosione della loro popolazione e il primo problema è stato causato alla pesca perché si tratta di una massa gelatinosa di tonnellate che complicano o addirittura impediscono il recupero delle reti».

«Queste meduse, considerate pericolose, possono avere anche un impatto sociale ed economico perché un aumento di queste meduse nelle acque balneabili può avere impatti importanti anche sul turismo» chiosa Goffredo.

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