Corruzione in Calabria: indagati governatore Oliverio e il sindaco di Cosenza

Appalti in Calabria: indagati governatore Oliverio, sindaco Cosenza e deputata dem
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Martedì 7 Maggio 2019, 14:01 - Ultimo aggiornamento: 8 Maggio, 11:00
Una nuova bufera giudiziaria si abbatte sulla Regione Calabria e coinvolge anche il sindaco di Cosenza aspirante candidato governatore alle amministrative del prossimo inverno. La Procura di Catanzaro, infatti, ha inviato un avviso di conclusione indagini a 20 persone tra le quali il governatore Mario Oliverio, l'ex consigliere regionale Nicola Adamo, entrambi del Pd, e il primo cittadino di Cosenza Mario Occhiuto, di Fi, oltre a dirigenti e funzionari regionali. Pesantissime le accuse ipotizzate a vario titolo: associazione a delinquere, frode nelle pubbliche forniture, turbative d'asta, corruzione e traffico di influenze illecito. 

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L'inchiesta, portata avanti dai carabinieri del Comando per la tutela ambiente di Roma e, in una seconda fase, anche dai finanzieri del Nucleo di polizia economica e finanziaria di Catanzaro, e condotta dal pm Vito Valerio, con il coordinamento del procuratore aggiunto Vincenzo Capomolla e del procuratore Nicola Gratteri, ha riguardato una serie di appalti tra i quali la metropolitana Cosenza-Rende-Unical, il nuovo ospedale di Cosenza e il museo di Alarico.

Quello che è emerso, per gli investigatori, è l'esistenza di un gruppo organizzato che, nei rispettivi ruoli politici, amministrativi, istituzionali ed imprenditoriali, si muoveva con lo scopo di orientare in proprio favore le attività connesse alla opere pubbliche. Oliverio e Adamo sono ritenuti i promotori dell'associazione. Il Governatore - che ad aprile scorso aveva ricevuto un avviso conclusione indagini in cui si ipotizza il reato di corruzione in relazione ad un'altra inchiesta - è ritenuto, in particolare, il «referente politico istituzionale» degli associati «in ordine agli sviluppi delle procedure di gara nonché alle vicende politiche ed istituzionali correlate».

In questo contesto, secondo l'accusa, si muove l'aggiudicazione dei lavori per la metropolitana, che sarebbero stati indirizzati illecitamente verso un raggruppamento di imprese. Per sottoscrivere l'accordo per la realizzazione dell'opera ci sarebbe stato anche uno scambio tra Oliverio e Occhiuto, con quest'ultimo che avrebbe firmato ottenendo la promessa, fatta da Oliverio tramite il dirigente del dipartimento Infrastrutture Luigi Zinno, di ottenere dalla Regione i finanziamenti e la copertura amministrativa per il Museo di Alarico.

Oliverio, però, insieme ad Adamo e all'ex consigliere regionale e segretario del Psi calabrese, Luigi Incarnato, avrebbe anche lavorato, per il pm, per convincere alcuni consiglieri comunali della maggioranza di Occhiuto a sfiduciare il loro sindaco. Cosa avvenuta nel 2016. Critica con Oliverio anche il ministro della Salute Giulia Grillo. «Il più accanito oppositore dei miei tentativi di riportare ordine nella sanità calabrese - scrive in un post su facebook - oggi si ritrova, ancora una volta, coinvolto in un'indagine per corruzione, ma è lo stesso Oliverio che vuole fare ricorso alla Consulta perché ritiene di gestire bene la sanità nella sua regione?».

I principali indagati, dal canto loro, respingono le accuse. «Mi sono state contestate fattispecie che, a mio avviso, attengono alla normale vita politico-amministrativa dell'Ente», afferma Oliverio, secondo il quale «nessun giudice condividerà una simile impostazione accusatoria».
Occhiuto è determinato a presentarsi davanti ai magistrati «per chiarire definitivamente gli esatti termini, assolutamente leciti e legittimi, della vicenda», mentre per Incarnato si tratta di «accuse risibili e infondate».
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