Cadavere carbonizzato a Milano, il terzo colombiano arrestato a sud di Parigi

Cadavere carbonizzato a Milano, il terzo colombiano arrestato a sud di Parigi
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Martedì 2 Aprile 2019, 19:39 - Ultimo aggiornamento: 21:12

Non c'è ancora il nome della vittima ma il numero dei presunti assassini è salito a due. Due colombiani, entrambi di 21 anni, a cui si aggiunge un terzo connazionale di 38 anni accusato solo di vilipendio, distruzione e soppressione del cadavere trovato sabato sera in un gabbiotto dei rifiuti in via Cascina dei Prati, nel quartiere Bovisasca di Milano. Ucciso durante una grigliata in giardino, fatto a pezzi con un'accetta e dato alle fiamme per distruggere le prove. Ieri erano stati annunciati i fermi dei due sudamericani di 21 e 38 anni, oggi pomeriggio gli investigatori della Squadra mobile hanno bloccato il secondo 21enne a Rungis, a sud di Parigi, non distante dall'aeroporto di Orly. 

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Non hanno chiarito se avesse intenzione di prendere un aereo come il complice, fermato all'imbarco nell'aeroporto Malpensa a cinque minuti dal decollo per Madrid. Secondo quanto ricostruito finora dagli inquirenti, alla festa hanno partecipato 7-8 persone, tutte sudamericane, ma a uccidere l'ospite sarebbero stati i due coetanei. Il movente non è stato accertato, il pm Paolo Storari ha parlato di «futili motivi» dovuti a vecchie ruggini di quando vivevano in Colombia. 

 

 

Il procuratore, così come il capo della Mobile milanese, Lorenzo Bucossi, escludono che ci possano essere questioni nel mondo del narcotraffico o delle gang. Le indagini, in ogni caso, sono tutt'altro che chiuse. Si sta accertando la responsabilità di altri invitati alla festa in cui è maturato l'omicidio. Intanto, sembra che il 38enne, padrone di casa, sia arrivato in un momento successivo rispetto alla lite.

«Abbiamo evidenziato al gip - ha spiegato il suo difensore, Maurizio Vinciguerra - che non è stato posto in essere alcun comportamento finalizzato alla fuga o a nascondersi da parte del mio assistito e il giudice si è riservato di valutare il pericolo di inquinamento probatorio». L'avvocato Vinciguerra fa riferimento al fatto che il 38enne, dopo aver partecipato alla distruzione del corpo, ha girovagato per il quartiere senza tentare la fuga come i due 21enni.

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