Br, l'ex carabiniere: «Pedinammo un uomo poi diventato famoso»

Br, l'ex carabiniere: «Pedinammo un uomo poi diventato famoso»
2 Minuti di Lettura
Mercoledì 4 Dicembre 2019, 17:52 - Ultimo aggiornamento: 19:19
Un nome top secret, un misterioso infiltrato, il ricordo di un lavoro estenuante e rischiosissimo. Tutto descritto in un libro che racconta come furono sconfitte le Brigate rosse. E fa emergere vicende finora sconosciute: tra i personaggi sospettati di avere legami con il terrorismo brigatista «ne pedinavamo uno che adesso è diventato molto famoso ma che a quei tempi frequentava persone davvero poco raccomandabili». Parola di Enzo "Nero" Magrì, ex carabiniere che indagò con la Sezione Speciale Anticrimine insieme al generale Mario Mori, la cui vicenda è raccontata nel libro "Il coraggio tra le mani" di Emiliano Arrigo (Historica).
 

Il nome tra le pagine non compare e resta top secret anche durante la presentazione del volume. Furono anni, ha ricordato Magrì, di pedinamenti, attese, lavoro quotidiano estenuante e rischiosissimo. «Infiltrati? Solo uno - ha spiegato Mori - era un ragazzo che ci consegnò Pecchioli, che noi arrestammo insieme agli altri. Per individuare il numero maggiore possibile di componenti di un gruppo si sceglieva di non arrestarli tutti, ma di lasciarne fuori qualcuno e di controllarlo per arrivare ai capi e a tutti membri dell'organizzazione. Una volta individuammo 39 brigatisti e ne prendemmo 35. Il magistrato mi disse: «Va bene, questi domani potrebbero sparare a me o a lei ma facciamo come dice».



L'autore. Emiliano Arrigo, laureato in Scienze della comunicazione, giornalista dal 2010.
Attualmente lavora alla Camera dei deputati dove è tornato dopo una lunga esperienza nel settore della comunicazione della Difesa.
© RIPRODUZIONE RISERVATA