«Mi voleva bruciare viva», la compagna fa arrestare il figlio del boss Di Lauro

La donna trova il coraggio di denunciare dopo le aggressioni davanti ai figli piccoli

«Mi voleva bruciare viva», la compagna fa arrestare il figlio del boss Di Lauro
di Giuseppe Crimaldi
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Giovedì 6 Aprile 2023, 00:25

La storia è una delle tante che purtroppo si ripetono e che sempre più spesso confluiscono in una denuncia. Verrebbe rubricata nella categoria dei maltrattamenti familiari, alla voce “uomini che odiano le donne”, ma questa volta ad accrescerne la portata è il protagonista negativo, che porta un cognome pesante: Di Lauro. Ed è proprio Salvatore Di Lauro, figlio del “boss dei due mondi” Paolo Di Lauro, l’uomo finito in manette ieri con le pesanti accuse di maltrattamenti in famiglia e lesioni aggravate.

Salvatore Di Lauro, il figlio del boss al 41 bis arrestato: maltrattava la moglie

GLI ABUSI

Una lunga, triste vicenda che si è protratta nel tempo. Andavano avanti da almeno un anno quelle vessazioni e minacce rivolte alla moglie, questo hanno accertato le indagini della Procura di Napoli.

Il trentacinquenne figlio di Ciruzzo ‘o milionario (l’ultimo dei dieci figli maschi ad essere rimasto fino a ieri ancora libero) avrebbe reso la vita della moglie un calvario: insulti, minacce, aggressioni fisiche, spesso compiute finanche in presenza dei figli piccoli. Questa è l’ennesima storia che racconta l’odissea vissuta da tante, ancora troppe donne e da soggetti indifesi come i minori. Secondo quanto accertato dagli investigatori e dal pubblico ministero, il sesto figlio di Paolo Di Lauro avrebbe «con reiterate minacce, vessazioni, umiliazioni e aggressioni fisiche, maltrattato la moglie anche in presenza dei figli minorenni». Vivere in un contesto tanto duro è già difficile per chiunque: ma trovare il coraggio di denunciare abusi e violenze lo diventa ancora di più quando si è scelto di vivere in seno a una famiglia il cui nome incute ancora timore a Secondigliano.

LA FUGA

L’ultima denuncia della moglie di Salvatore Di Lauro risale a poco più di un mese fa. In passato ne avrebbe presentate altre due. Ma la situazione si è fatta insostenibile, ogni giorno di più, e così la donna ha trovato il coraggio di chiedere ancora aiuto e sostegno rivolgendosi alle forze dell’ordine per raccontare quanto stava succedendo. Un passo di grande coraggio sul quale ha senza dubbio pesato in maniera determinante uno degli ultimi raid compiuti dal marito violento: quello commesso il 26 febbraio, quando Di Lauro junior si è presentato davanti all’abitazione nella quale la consorte aveva deciso di abitare da sola con i bambini con una bottiglia piena di liquido infiammabile.

Nell’audizione protetta cui è stata sottoposta qualche giorno dopo, alla presenza dei magistrati della sezione Fasce deboli, agli agenti specializzati ha confessato tutte le sue angosce, per la prima volta. E così ieri, finalmente, è scattato l’arresto.

Drammatico lo spaccato di vita che emerge dalle pagine dell’ordinanza di custodia cautelare emessa dal giudice per le indagini preliminari: la giovane da circa un anno praticamente non usciva più di casa, temendo per la sua incolumità e per quella dei suoi due figlioletti.

PERICOLO

Fattore, questo, che ha consentito di avviare l’inchiesta coordinata dal sostituto procuratore della sezione Fasce deboli, Maria Carolina De Pasquale e dal procuratore aggiunto Raffaello Falcone. La donna, quasi coetanea del marito, abita ancora a Secondigliano, ma in un altro domicilio, e si è decisa a rendere note le vessazioni che subiva quando ha capito che la sua vita era in pericolo. Alcuni mesi fa, al culmine dell’ennesima lite sfociata in furiosa violenza, il trentacinquenne picchiò la moglie, che poco dopo fu costretta anche a farsi medicare in ospedale. Ci sono anche alcune testimonianze che corroborano la tesi accusatoria: alcuni vicini di casa hanno avuto il coraggio di uscire allo scoperto, fornendo indicazioni ai magistrati che vanno nella direzione del quadro descritto dalla donna perseguitata dal marito.

SOPRANNOME

Salvatore Di Lauro, 35 anni - è nato a Napoli il 7 febbraio 1988 - ed è il sesto dei figli del capoclan Paolo Di Lauro, oggi detenuto al regime di 41 bis. Soprannominato «Terremoto», venne arrestato per la prima volta l’otto febbraio 2006 e scarcerato nel 2014 per fine pena. Il secondo arresto risale al 6 giugno 2017 e la sua scarcerazione avvenne appena 15 giorni dopo, il 21 giugno 2017.

Soltanto il 29 marzo a finire in cella era stato Vincenzo Di Lauro, secondogenito della famiglia e ritenuto il reggente dell’omonimo clan: è stato arrestato dai carabinieri del Nucleo Investigativo di Napoli nella sua abitazione di piazza Zanardelli, nel quartiere Secondigliano, residenza storica del clan.

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