Si è presentato agli inquirenti il marito della giovane donna trovata ieri uccisa nel suo appartamento a Bolzano. La vittima Alexandra Elena Mocanu, 35 anni originaria dalla Romania, da qualche anno viveva nel capoluogo altoatesino, dove lavorava come barista. L'allarme è scattato ieri nel tardo pomeriggio dopo una segnalazione dei parenti del marito Avni Mecja. L'uomo durante una telefonata avrebbe annunciato di dover scappare perché ricercato, probabilmente era diretto in Albania, il suo paese d'origine, ma a un certo punto è tornato indietro per presentarsi agli inquirenti altoatesini.
L'ultimo post e le testimonianze
Un profilo Facebook in comune con foto della coppia e altre immagini romantiche.
La coppia si era trasferita da Verona a Bolzano tempo fa, da circa due anni vivevano al quinto piano della palazzina di viale Trieste 42 a Bolzano. Un condominio un po' anonimo, come si trovano in molte città italiane, in un rione tranquillo. La coppia occupava un appartamento al quinto piano della palazzina che si affaccia sulla piscina pubblica «Lido», a un passo dal centro storico e dalla confluenza dei fiumi Talvera e Isarco. Lui, si apprende, lavorava nel settore edile, lei invece come barista in un esercizio pubblico in zona industriale. Nel condominio, come anche sul posto di lavoro, non si trova nessuno che conoscesse un po' meglio la coppia : solo un breve e gentile saluto, mai una vera e propria chiacchierata. Casomai era lei a scambiare due parole, mentre lui si vedeva davvero poco. Che la finzione (i post romantici sui social) e la realtà (la vita di coppia) non combaciassero sempre, lo sostengono alcuni vicini. Le liti evidentemente erano frequenti.
Le ultime ore della donna
L'autopsia, attesa nelle prossime ore, aiuterà a fare piena luce su cosa sia successo sabato notte in quell'appartamento. Sembra che la vittima sia stata colpita con violenza, forse con un oggetto contundente. Il cadavere è stato poi avvolto in una coperta. Ieri sera, sul posto sono anche intervenute la scientifica e la pm Claudia Andres, che coordina l'inchiesta. Gli inquirenti mantengono massimo riserbo sull'andamento dell'inchiesta. In serata le luci al quarto piano del Palazzo di Giustizia, dove si trovano gli uffici della procura Bolzano, sono illuminati e testimoniano che la svolta dell'inchiesta probabilmente è vicina. Per ricostruire le ultime ore di vita della donna gli inquirenti «invitano eventuali testimoni che avessero informazioni utili alla ricostruzione dell'evento delittuoso a rivolgersi alla squadra mobile della Questura di Bolzano», La presidente centro Gea di Bolzano Christine Clignon, precisando che nel caso specifico è obbligo attendere l'esito dell'inchiesta, ricorda che «un femminicidio non arriva mai dal nulla». «Nella stragrande maggioranza dei casi i femminicidi avvengono per mano del partner oppure dell'ex partner. Si tratta del culmine di una serie di violenze, di varie forme e spesso portate avanti per anni», prosegue. L'appello perciò di «sentire i campanelli d'allarme», di non sottovalutare il pericolo e di rivolgersi sempre a un centro anti-violenza, dove le donne saranno ascoltate e dove casomai troveranno anche protezione«, spiega Clignon.
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