Operaio trovato morto in una scarpata: ucciso dopo lite al bar, arrestati due uomini

Operaio trovato morto a Bologna, arrestati due uomini
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Giovedì 1 Agosto 2019, 12:56 - Ultimo aggiornamento: 19:54

Prima avrebbero aggredito l'amico, dopo un diverbio e qualche bicchiere di troppo, poi avrebbero caricato il suo corpo senza vita in auto per abbandonarlo in una scarpata a Cereglio, frazione di Vergato sull'Appennino bolognese. Ivan Rudic, autotrasportatore di 34 anni di origine serba, e Mihai Nutu Apopei, operaio 50enne romeno, entrambi con qualche precedente e residenti in zona, avrebbero agito in questo modo secondo una prima ricostruzione dei Carabinieri che in circa 34 ore, dalla notizia della scomparsa al ritrovamento della salma, hanno svolto le indagini per ricostruire le ultime ore di vita di Consolato Ingenuo, operaio 42enne residente ad Amore, frazione di Vergato.

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Coordinati nelle indagini dal procuratore capo Giuseppe Amato e dal pm Bruno Fedeli, i militari del reparto operativo e della compagnia di Vergato hanno messo insieme tutti gli elementi che hanno poi portato al fermo, questa mattina all'alba, degli amici della vittima per omicidio in concorso con l'aggravante dei futili motivi e occultamento di cadavere. I due saranno interrogati nelle prossime ore. I tre conoscenti, come ricostruito, hanno trascorso il lunedì sera seduti ai tavolini di un bar di Tolè, località di Vergato.

Dopo qualche bicchiere e qualche parola di troppo, è scoppiata una lite e poi sono andati via insieme a bordo di un'auto. Dalle 23.30 circa del 42enne si sono perse le tracce. Secondo i carabinieri, dopo un'aggressione, il corpo senza vita dell'operaio è stato caricato in auto e, all'altezza di Cereglio, lasciato in una scarpata. Un dirupo di circa 45-50 metri di profondità per fare sparire la salma. Un albero però ha fermato la caduta ed ha permesso a soccorritori e carabinieri di scoprire il cadavere dell'operaio ieri pomeriggio, 6-7 metri sotto il livello della strada.

Le ricerche erano scattate dopo la segnalazione dell'ex moglie e del fratello della vittima. Agli accertamenti ha dato un contributo importante il ritrovamento, martedì mattina, quindi il giorno prima della scoperta del cadavere, di un'auto a 500-600 metri di distanza dalla scarpata, segnalata insieme ad alcune fioriere rotte dai cittadini delle frazioni. La Golf di colore grigio, che aveva al posto di una gomma un ruotino di scorta e presentava qualche danno alla carrozzeria, è risultata essere in uso al 34enne serbo che, contattato dagli investigatori, ha detto che aveva avuto un incidente con un capriolo. Una versione che non ha convinto gli investigatori che hanno condotto altre indagini. Accertamenti tecnici dei carabinieri sulla vettura hanno rilevato tracce ematiche, non di origine animale, nel bagagliaio.

Ulteriori verifiche verranno eseguite dalla Sezione investigazioni scientifiche e dai Ris di Parma anche sugli indumenti, scoperti a casa del 34enne e del 50enne durante le perquisizioni, macchiati con quelle che sono sembrate tracce di sangue. Gli stessi vestiti che l'autotrasportatore e l'operaio, come mostrano le immagini acquisite dalle telecamere di sorveglianza della zona, indossavano lunedì sera. Verranno analizzati anche i tabulati telefonici delle utenze dei due fermati, ora nel carcere della Dozza in attesa dell'interrogatorio di garanzia previsto per domani davanti al Gip Domenico Panza, e anche della vittima. Tra oggi e domani, il medico legale Alberto Amadasi, terminerà gli esami sulla salma del 42enne: previste una tac e l'autopsia. Scoperta una frattura del setto nasale e anche ecchimosi e contusioni, a quanto pare, compatibili con una caduta.

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